26/02/1987 - Omelia Giovedi VII Ord Battesimo

Sir 5, 1-8; Mc 9,41-50.

“Uno di questi piccoli”. Il Signore Gesù ci ha insegnato a stimarli, a stimarli una grande cosa, lo scandalo dato a loro è una responsabilità tremenda. Ci ha insegnato a vedere in loro l’immagine di Dio perché i loro Angeli vedono sempre la faccia del Padre; ci ha insegnato ad essere ben preoccupati per la loro educazione, perché sono la meraviglia della creazione di Dio e sono la meraviglia della redenzione di Gesù.

Ecco, la nostra festa del Battesimo è festa di fede, di una grande fede; è festa di amore, di un grande amore; è festa di tutti perché è la comunità cristiana che si accresce e che prende la sua proporzione. Ecco, il mondo presente non si preoccupa, il mondo presente è un’organizzazione che non tiene conto dei bambini. Noi vogliamo invece ringraziare il Signore: ogni bimbo è un dono speciale, un dono eletto, un dono meraviglioso. Ogni bimbo attira le benedizioni di Dio, le attira sulla sua famiglia, le attira su tutta la comunità, quella Comunità-Chiesa che fa veramente, sempre, esultanza. Siamo nel Signore e un bambino diventa parte del Corpo Mistico, diventa una vera meraviglia che è costata tutto il Sangue di Gesù.

Ecco, mentre ringraziamo, mentre ci rallegriamo, entriamo in preghiera, una preghiera fervida, vera, una preghiera con tutta l’anima perché la grazia di Dio, seminata questa sera, dia dei frutti meravigliosi; la grazia di Dio, donata così con pienezza, dia proprio la gioia. E il bimbo cresca benedetto da Dio, membro vivo e attivo della Chiesa, generoso, pronto, fedele.

Noi preghiamo perché lo Spirito Santo, che occupa la sua anima, lo conduca di giorno in giorno, di anno in anno, verso una pienezza di vita cristiana, una magnificenza di vita cristiana.