22/12/1986 - Omelia Giovedi VII Ord

Sant’Ilario d’Enza, 22/05/1986 giovedì
Omelia, VII settimana Tempo Ordinario

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Gc 5,1-6; Mc 9, 41-50 (gr.)

Il peccato dello scandalo è il peccato che avviene con tanta frequenza. “Il sale è senza sapore”.

Molte coscienze che si dicono cristiane non hanno più il criterio della moralità. Cadono in un groviglio di cose che chiamano ordinarie e sono peccaminose, in un groviglio di errori per cui ai nostri bambini non si dà più quello che si deve dare. Il peccato è una disobbedienza alla legge di Dio. È la legge di Dio che noi dobbiamo insegnare. È la legge di Dio che noi dobbiamo praticare. Chi va contro questa legge fa peccato e il peccato grave, comunque sia chiamato, è una responsabilità tremenda. Non basta un vago sentimento. Essere cristiani è accettare il criterio di Dio, il giudizio di Dio; è volere praticare questa volontà divina qualsiasi sia la nostra impressione e la nostra leggerezza. Bisogna insegnare non quello che crediamo noi ma quello che ci ha rivelato Lui. Gesù è venuto per insegnarci la volontà del Padre ed è proprio questa volontà che deve essere da noi amata, cercata, ubbidita. È questa volontà del Padre per cui se il Signore condanna un atteggiamento, se il Signore colpisce dove c’è da colpire, non spetta a noi pensare, fare, diversamente e particolarmente insegnarlo agli altri. Il peccato di scandalo è proprio la confusione delle idee, una Babele veramente terribile.

Noi dobbiamo guardare al criterio unico di verità. Gesù lo ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita” (Gv 14, 6). Tutto troviamo in Gesù. Tutto. Grande è la nostra consolazione nel pensare che non per nostra iniziativa, non per un piacere che possiamo avere, noi possiamo compiere scelte e operare certi indirizzi. Bisogna che ognuno di noi studi bene la legge di Dio, la ami fino in fondo e la proponga agli altri. La vera carità, la prima carità è quella del dire il vero, del dire il giusto, non di agire secondo quello che insegna il mondo ma secondo quello che nostro Signore Gesù Cristo ci ha detto: “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10, 30). Gesù ha fatto la volontà del Padre totalmente; noi suoi seguaci dobbiamo sforzarci di viverla. In questa vita tutta la nostra sapienza sta lì. Allora comprendiamo bene la parola del Signore: “Non perderà la sua ricompensa”. Il bicchiere è simbolo di qualche cosa che è offerto, di qualche cosa di puro e di santo che il Signore si è degnato di comunicarci.

Restiamo in questa volontà e progrediremo rapidamente nel bene.

CODICE 86ENO01336N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 22/05/1986 giovedì
OCCASIONE Omelia, VII settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il peccato di scandalo
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