At 22, 30; 23, 6-11; Gv 17, 20 –26
È un giorno di festa, perché avete visto, bambini, quello che ha fatto Gesù: è venuto da voi. Gesù vuole molto bene ai bambini, è venuto da voi e vi ha benedetto. Ancora una volta si è verificata la scena descritta nel Vangelo, quando il Signore ha detto: “Lasciate che i bambini vengano da me” (Mt 19, 14). Il Signore nella Confessione vi ha benedetto, vi ha reso più buoni, vi ha detto una parola di amore e una promessa, ha detto che sarà sempre vicino a voi, perché la vostra vita cristiana sbocci come deve sbocciare, perché la vostra innocenza non sia deturpata, non sia sporcata.
È un giorno di festa, noi partecipiamo alla vostra festa. Noi vogliamo rivivere in noi questa grazia pasquale della Confessione perché, quando noi riceviamo quel Sacramento, noi approfondiamo ancora di più, noi viviamo un momento di particolare intensità nella nostra comunione con Gesù morto e con Gesù risorto. Il sacramento della Confessione è il sacramento nel quale tocchiamo personalmente, in una maniera meravigliosa com’è buono il Signore, com’è meraviglioso nei suoi doni perché, se con così poco otteniamo il perdono dei nostri peccati, se con così poco noi siamo arricchiti di grazia, è perché lui ha pagato per noi, lui ha steso le braccia sulla croce, lui ha offerto la sua sofferenza e il suo sangue. Morto per noi, è resuscitato per noi, per renderci dunque partecipi di una vita forte, di una vita grande, di una vita da risorti. Ecco perché ogni volta che noi ci poniamo nella Penitenza, ci poniamo profondamente nell’amore di Cristo; ecco perché ogni volta che noi diciamo “basta” ai nostri peccati, “basta” ai nostri difetti, noi ci uniamo di più a lui, perché lui manda il suo Spirito dentro di noi.
Abbiamo letto nella prima Lettura come san Paolo è stato incoraggiato: “La notte seguente gli venne accanto il Signore e gli disse: coraggio”. Ecco la Confessione, è un coraggio che ci dà il Signore perché ci dice: “Io ti perdono, ma non resto spettatore, non sto a guardare quello che fai, io sono con te, io sono unito a te, io lavoro con te, alla tua santificazione” fino alla gloria, perché leggevamo nel Vangelo: ”Voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me, dove sono io” (cfr. Gv 17, 24). Ecco, la Confessione è l’aiuto continuo, l’aiuto sicuro, l’aiuto grande che ci dà il Signore in questa nostra strada.
Ecco, dobbiamo vivere bene queste nostre Confessioni, non vogliamo che diventino un atto di abitudine. Come si fa ad abituarsi, se si capisce bene, abituarsi a pentirsi? Sono una partecipazione a quella crescita che il Signore ha voluto manifestare in se stesso: “Gesù cresceva”. Ecco perché non vogliamo che sia un’abitudine ma che segni una crescita, vogliamo che diventi un grande atto di amore e di pace. Ed è questo che noi vi auguriamo, bambini, ed è questo che vi invochiamo dal Signore, che ogni vostra Confessione sia una nuova gioia, la gioia di sentirvi Gesù tutto per voi, di sentirvi Gesù misericordia, di sentirvi Gesù sempre più buono perché, tutte le volte che pecchiamo, sentiamo che il Signore con più tenerezza ci è vicino. E ogni volta quindi nel nostro pentimento dobbiamo dire: “Ecco come è grande il Signore, come è onnipotente! Perdona sempre, dona sempre, ci ama sempre di più”.
CODICE | 75EEN01366Q |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 15/05/1975 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VII giorno - Bambini di Prima Confessione |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Confessione |
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