30/05/1974 - Omelia Giovedi VII Pasqua Nov Pent 7

Sant’Ilario d’Enza, 30/05/1974
Omelia, Giovedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VII giorno -

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At 22,30; 23, 6-11; Gv 17, 20-26

Ciò che fa l’anima in un corpo umano, fa lo Spirito Santo riguardo alla Chiesa. La Chiesa è animata dallo Spirito Santo, la Chiesa sarebbe solo un cadavere senza Spirito Santo, ricordiamolo bene, qualche cosa di morto, qualche cosa in dissoluzione. Non si può costruire la Chiesa, pulsare nella Chiesa, fare del bene nella Chiesa, trasmettere agli altri la Parola di Gesù, se non in profonda unione con lo Spirito Santo. È lo Spirito Santo perciò che guida, fortifica, illumina e risana la Chiesa. Quando parliamo della Chiesa, diciamo che non è perfetta, perché è fatta di uomini peccatori, perché nella Chiesa ogni uomo, anche il migliore, ha le sue manchevolezze, ha i suoi lati deficitari. Ma continuiamo a dire “la Chiesa santa”, proprio perché possiede lo Spirito Santo, proprio perché questo Spirito di amore, secondo l’invocazione che faremo domenica, è lui che risana ciò che è ferito, che purifica ciò che è sordido, è lui che riscalda ciò che è freddo.

Diciamo allora che dobbiamo avere molta stima della Chiesa, proprio perché ha lo Spirito Santo; diciamo però che la nostra stima non toglie quello che è il riconoscimento delle cose da fare, delle cose da correggere, delle cose da migliorare.

Ecco perché noi come Chiesa e noi come individui abbiamo continuamente bisogno di stare alle dipendenze dello Spirito Santo, di lasciare che lui operi in noi una continua creazione. La creazione della nostra santità è opera sua ed è un’opera continua: basterebbe un istante, un istante solo in cui lui ci lascia, perché noi cadessimo tristemente nel peccato, nella cattiveria anche più detestabile. In noi non c’è del bene, c’è del bene nello Spirito Santo, che lo comunica a noi.

Ecco perché è tanto fondamentale per la vita cristiana l’umiltà, che è riconoscere, sostanzialmente, questo grande dato di verità: il bene che è nella Chiesa, il bene che è in ogni anima non è degli uomini, è dello Spirito Santo. La nostra vera buona volontà si deve esprimere nello stare uniti allo Spirito Santo; è lui che ci preserva dal male, è lui che ci educa all’amore, è lui che ci guida costantemente.

Abbiamo bisogno perciò di chiedere con molta forza il dono del Timore di Dio, per potere veramente educarci all’amore, educarci sotto la sua guida, educarci e portarci sempre più avanti nella detestazione dei nostri peccati, nella penitenza dei nostri peccati, nel vero timore di offendere Dio.

Ecco la preghiera che ha fatto Gesù nell’Ultima Cena: “Perché l’amore con il quale mi hai amato”, è lo Spirito Santo, “sia in essi e io in loro” (Gv 17, 21). Educati da questo amore, noi vivremo veramente da figli di Dio, quelli che possiedono lo Spirito Santo sono proprio i figli di Dio.

CODICE 74EVN01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 30/05/1974
OCCASIONE Omelia, Giovedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena Pentecoste - VII giorno -
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Timore di Dio
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