23/05/1985 - Omelia Giovedi VII Pasqua Nov Pent 7

Sant’Ilario d’Enza, 23/05/1985
Omelia, Giovedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - VII giorno

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At 22, 30. 23, 6-11; Gv 17, 20-26

“Prego anche per quelli che per la loro parola crederanno in me” (cfr. Gv 17, 20).

Queste parole del Signore ci sono una sicurezza e ci sono una gioia: essere nella preghiera del Signore, quella preghiera meravigliosa sempre accolta dal Padre, quella preghiera che chiede per noi il vero bene, tutto il bene, anche quel bene che non sappiamo vedere, che non sappiamo accettare. Noi nelle Pentecoste celebriamo la venuta dello Spirito Santo, celebriamo con gioia questo grande, meraviglioso frutto della preghiera di Gesù. È perché lui ha pregato che abbiamo l’Amore dall’alto, che abbiamo la Luce dall’alto. È perché lui ha pregato che anche noi abbiamo la consolazione meravigliosa di essere i templi dello Spirito Santo, di potere glorificare e onorare Dio anche col nostro corpo: “Lo Spirito Santo che io manderò”, (cfr. Gv 15, 26). Ecco, la posizione più giusta, la posizione che deve essere cercata e voluta da noi, che lo Spirito Santo porti alla nostra anima il vero distacco dalle cose di questo mondo e l’entusiasmo per le cose celesti. Lo Spirito Santo scende in un cuore sgombro, in un cuore libero, in un cuore che vuole ciò che vuole Gesù. Il suo dono è per questi cuori, il suo dono è un dono per la santità, per la gloria del Padre, per la testimonianza piena. Chiediamoci allora stasera quanto è libero il nostro cuore, quanto può accogliere il frutto della preghiera di Gesù. Chiediamolo perché, quando un’anima ha delle passioni che la dominano, quando un’anima è attaccata ai suoi peccati, all’affetto per il peccato, è un’anima che è piena e chiusa ad ogni dono celeste. Chiediamoci quale cosa ci impedisce un colloquio più completo e sereno, più docile e più umile, quale attaccamento abbiamo a certi peccati. Diceva san Francesco di Sales che proprio è questo attaccamento, che impedisce per tante anime la via della perfezione, della santità. “Sei legato”, dice il santo, “slegati” se vuoi essere con il Signore in pienezza. Il nostro esame di coscienza sia dunque ben forte e ben sincero. Vediamo quale cosa è di maggiore ostacolo al dono di Gesù, alla realizzazione della sua preghiera per noi.

CODICE 85EON01366N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 23/05/1985
OCCASIONE Omelia, Giovedì VII settimana Tempo Pasqua, Novena di Pentecoste - VII giorno
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La preghiera di Gesù per la nostra libertà
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