01/03/1984 - Omelia Giovedi VIII Ord

1Pt 2,2-5. 9-1; Mc 10,46-52.

La nostra luce è la fede. È nella fede che abbiamo la vera visione delle cose, senza fede c’è un desolante buio e con la fede possiamo vedere le cose come sono e che significato hanno. È con la fede che possiamo vedere Dio e la meta, che ci ha insegnato. È con la fede che possiamo vedere bene gli altri e noi stessi. È proprio vero: come uno fisicamente cieco è in una sventura terribile, così è uno che non ha la fede e non può avere la proporzione delle cose, la loro percezione e tribola così, come tribolava Bartimeo, seduto sull’orlo della strada.

Bisogna che noi sappiamo valutare quale grande grazia è avere la fede e come siamo impegnati, perché questa fede cresca in noi, si affermi e diventi proprio la nostra incomparabile ricchezza. Dobbiamo avere molta fede, una fede gigante, perché viviamo in un mondo agnostico e dissacrato. Dobbiamo avere una grande fede, perché la congiura del mondo è contro la fede. Tutto quello che è tentazione punta lì, che diminuisca in noi la fede, che si oscuri la vista, che in qualche maniera non abbiamo più una cognizione chiara delle cose.

Per crescere nella fede, ecco, dobbiamo fare come Bartimeo: gridare al Signore Gesù e ripetergli tutta la nostra povertà e la nostra miseria: “Gesù abbi pietà di me, abbi pietà di me!”, perché è il Signore che ci dà la fede, ci assiste, ci guida, perché il Signore ci ama e ci ama in verità, con grande forza.

Chiediamo al Signore la fede e da parte nostra cerchiamo la sua Parola, perché di Lui l’evangelista Giovanni ha scritto che “era la Luce vera che viene in questo mondo” (Gv 1,9). Di Lui è detto che “è venuto a dissipare le nostre tenebre” (cfr Gv 12, 46). “Io sono la luce del mondo – dice il Signore – chi segue me avrà la luce della vita” (Gv 8,12).

Prepariamoci alla Quaresima per potere, con più forza, con più umiltà, con più silenzio, con più continuità, meditare questa Parola di vita ed avere perciò, sempre di più, il coraggio di seguire il Signore e di vivere di Lui.