29/05/1986 - Omelia Giovedi VIII Ord 40 ore

1 Pt 2,2-5.9-12; Mc 10, 46-52.

Domandiamo la fede del povero cieco. Perché abbiamo tanto bisogno di vederci, di veder chiara la nostra posizione. La fede per cui vogliamo e dobbiamo stare uniti a Gesù nel Santissimo Sacramento così come è stata vicino a Gesù la Madonna. Noi ricordiamo come i misteri dell’infanzia di Gesù sono misteri che ci illuminano tanto sul nostro comportamento eucaristico. Betlemme e Nazaret: un mistero di umiltà, un mistero di obbedienza, un mistero di preghiera, un mistero di obbedienza e di silenzio. Gesù è nell’Eucaristia e domanda che noi con una fede continua lo accogliamo e lo benediciamo, perché si è fatto piccolo per noi, perché si è nascosto per noi, perché resta nel silenzio e nella povertà totale.

Noi abbiamo tanto bisogno di imparare questo servizio. Abbiamo bisogno di fare anche noi come ha fatto Gesù: come ha fatto la volontà del Padre, come ha pregato, come ha santificato la sua vita nascosta. Abbiamo bisogno di imparare perché siamo tanto facili alla superficialità, tanto pronti a dimenticarci e a volere sempre qualche cosa di clamoroso e di esteriore, perché ci sembra che non valga ciò che invece vale tanto come esercizio di umiltà, come esercizio di obbedienza.

Il Signore Gesù va amato con tutto il cuore perché è con noi, perché fa tanti miracoli per essere con noi, perché vuol darci sempre l’energia e il coraggio di fare con semplicità e con totalità il nostro dovere. Quindi impegniamoci a meditare le virtù della vita nascosta di Gesù e di Maria. In questa vita nascosta Gesù è stato sempre con Maria e la Madonna ha imparato da suo Figlio ciò che piace di più al Padre.

Con la Madonna cerchiamo di essere pronti, di essere fedeli, di essere sempre generosi, di sentire il tesoro che abbiamo nell’Eucaristia e avere la vera confidenza per attingere molto, per attingere sempre, per meditare con interesse e fervore.