10/06/1976 - Omelia Giovedi X Ord

Sant'Ilario d'Enza, 10/06/1976
Omelia, Giovedì X settimana Tempo Ordinario - Preparazione alle Quarant’ore

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1 Re 18, 41-46; Mt 5, 20-26

Stasera vorremo di preferenza meditar sulla prima Lettura: il miracolo della pioggia. Elia, il grande profeta, ottiene la pioggia dopo una terribile siccità, tre anni e mezzo senza vedere una goccia d’acqua. Elia insiste nella preghiera, Elia passerà così nella tradizione di tutta, ed è evidente, di tutta la spiritualità come l’uomo della preghiera, come l’uomo che insegna la preghiera. I Carmelitani si richiamano a lui. La Vergine del Carmelo prende qui il suo primo, evidente momento, il suo inizio: in quella nube, che arriva dopo la preghiera, si è visto il simbolo della Madonna. Terra arida, terra senza un filo d’erba è immagine di un’umanità senza la benedizione di Dio, senza la visita di Dio. “Piovano le nubi il Giusto” (cfr Is 45, 8) era l’invocazione. Ecco qui la pioggia che feconda, la pioggia che dà vita è Gesù. Gesù viene da Maria, Maria è la nuvola che porta la salvezza, che porta la benedizione. E’ lei che ci redime, proprio perché ci porta il Redentore, proprio perché lei dice il suo sì noi abbiamo la redenzione. Maria non è lei la salvezza, ma porta la salvezza! Quando il trentun Maggio abbiamo fatto la nostra consacrazione, abbiamo chiesto alla Madonna di portarci a Gesù, di farci capire Gesù, di farci rinnovare nella nostra spiritualità, di farci in verità entrare nell’amore di Dio e nell’amore del prossimo. Bene, noi stasera vogliamo prepararci ad un incontro molto importante con Gesù Eucaristia. La prossima settimana vi saranno le Quarant’ore, poi la festa del Corpo e del Sangue del Signore. Ecco, dobbiamo pregare la Madonna, perché il nostro incontro con l’Eucarestia si rinnovi, perché la nostra spiritualità eucaristica si rafforzi, la nostra spiritualità diventi qualche cosa di nuovo. È preoccupante per uno che va spesso alla Messa, che fa spesso la Comunione, è preoccupante, se non sta attento, la tentazione dell’abitudine: ricevere la Comunione da abituati, da indifferenti, partecipare alla Messa così dall’esterno, non sentire viva la presenza del Signore. Le Quarant’ore non sono semplicemente una forma di devozione, le Quarant’ore devono essere un motivo di riflessione. Pregando davanti al Santissimo Sacramento solennemente esposto, noi dobbiamo veramente rinnovarci, dobbiamo sentire come l’Eucarestia è una grandissima grazia. Diremo: “è il corpo nato da Maria Vergine!”. Sì, relazionare con Gesù in uno scambio interpersonale, relazionare con Gesù a cuore a cuore, fare nuove le nostre Messe, fare nuove le nostre Comunioni, avere un senso più profondo di fede nella presenza del Signore.

I tre giorni delle Quarant’ore vi invito fin da adesso ad essere molto assidui e fare la vostra ora di adorazione, un’ora, non diminuitela! Alle volte ho chiesto: “Hai fatto l’ora di adorazione?” Era mezz’ora. “Hai fatto l’ora di adorazione?” Era un quarto d’ora. L’ora di adorazione! L’ora dice cioè un impegno straordinario, uno sforzo di riflessione e d’invocazione, uno stare con la Madonna vicino a Gesù. Credetemi, se viviamo bene la nostra vita eucaristica, tutto si rinnova, ma se la vita eucaristica denuncia indifferenza, denuncia abitudine, la vita eucaristica è solo una responsabilità! Solo una responsabilità mangiare questo pane, bere questo sangue, così, con tanto poco di fede, con tanto poco di amore! Ecco i tre giorni delle Quarant’ore, così, davanti a lui, nella ricerca della nostra vera statura spirituale. Ecco allora la festa del Corpo del Signore il prossimo giovedì sarà veramente letizia, come per colui che ha trovato un tesoro, che ha ritrovato il suo tesoro.

Ecco allora l’adorazione che è amore e, proprio perché è amore, vuole essere rinnovamento, vuole essere generosità, vuole essere invocazione, perché tutti apprezzino il tesoro dell’Eucarestia, perché anche i più lontani vengano a capire come l’Eucarestia è amore, è amore che fa la Chiesa, è amore che dà la possibilità a tutti gli uomini d’intendersi. Nell’Eucarestia dobbiamo trovare la nostra vera sorgente, la sorgente della nostra felicità e della nostra pace. Impegniamoci dunque e questi giorni siano di vera preparazione alle Quarant’ore. Cerchiamo proprio di portarci davanti al Signore con molto slancio, con molta generosità.

CODICE 76F9O01339N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 10/06/1976
OCCASIONE Omelia, Giovedì X settimana Tempo Ordinario - Preparazione alle Quarant’ore
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Maria e l’Eucaristia, le Quarant’ore
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