28/06/1984 - Omelia Giovedi XII Ord Funerale

Sant'Ilario d'Enza, 28/06/1984
Omelia, Giovedì XII settimana Tempo Ordinario - Funerale

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Gv 5, 24-29.

Ecco che cosa dobbiamo fare in ogni circostanza: accogliere la parola, perché “chi ascolta la parola e crede ha la vita eterna” (cfr Gv 5, 24). La dobbiamo ascoltare e dobbiamo rinnovare la nostra fede davanti alla morte cristiana, alla morte di chi ha creduto e, nella fede, ha avuto la sua vita ha proclamato la sua fede. La dobbiamo ascoltare, perché è forza, è forza che ci sostiene, è indirizzo che ci spiega. La dobbiamo ascoltare, perché è speranza, indica come la vita presente ha un senso solo se è nella luce di una vita eterna. La dobbiamo ascoltare come ammonizione, perché ognuno di noi deve misurare la sua vita non secondo quello che pensano gli altri, non secondo l’opinione, ma la dobbiamo giudicare come la giudica Dio. Vale quello che vale davanti a Dio, non vale e non vale per l’eternità quello che non è valutato da Dio. Ecco allora che la parola del Signore diventa il vero paradigma, che dobbiamo veramente tenere, e tenere con forza. Ecco che la parola di Dio diventa la luce del nostro cammino, ecco che la parola di Dio diventa il modo col quale superiamo le nostre difficoltà.

Avere fede, sempre fede, una grande fede, avere fede nei momenti di serenità e di consolazione, avere fede nei momenti di dolore e di dispiacere, avere fede quando le cose vanno secondo il nostro giudizio e avere fede quando le cose vanno al contrario di quello che noi giudichiamo. In Dio la nostra fiducia, in Dio sempre di più.

“Io sono la resurrezione e la vita − ha detto il Signore − chi crede in me anche se morto vivrà; colui che vive e crede in me non morirà in eterno” (Gv 11,25-26). Oh, la grandezza della nostra fede; oh, la sicurezza della nostra fede; oh, la gioia profonda e la pace profonda che mette la nostra fede!

Dobbiamo accrescerla sempre di più, dobbiamo vivere di fede, dobbiamo operare nella fede, nessuna cosa per noi deve essere fuori della fede. Nella fede attendiamo il giudizio di Dio, nella fede si innalza la nostra preghiera per coloro che sono morti nel bacio di Cristo. La nostra preghiera si indirizza fiduciosa al Signore perché Egli è buono, perché Egli ha assicurato: “Venite, benedetti dal Padre mio, ricevete il regno preparato per voi fin dall’origine del mondo” (Mt 25,34).

Sì, noi sappiamo che coloro che sono morti in Lui sono nella pace, e noi, con la nostra preghiera, affrettiamo il momento della loro completa gloria e del loro completo trionfo. Preghiamo nella fede, agiamo nella fede, offriamo nella fede, il Signore ci ascolta, il Signore ci prende per mano. Il Signore ci unisce ai nostri defunti e tutti formiamo la sua corona e la sua gloria.

Sì, guardiamo così al problema della morte, all’angoscia della morte, guardiamo in Cristo e per Cristo agiremo sempre di più.

CODICE 84FTO0133BF
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 28/06/1984
OCCASIONE Omelia, Giovedì XII settimana Tempo Ordinario - Funerale
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Vivere e morire nella fede; la fede unisce i vivi ai defunti
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
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