26/10/1978 - Omelia Giovedi XXIX Ord

Sant’Ilario d’Enza 26/10/78, giovedì XXIX Ord
Omelia

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“Il Signore sia con voi”: è il saluto che ci rivolgiamo sempre, “ Il Signore sia con voi”. Vuol dire che noi nella liturgia ci auguriamo il Signore, ci auguriamo cioè di essere posseduti da Cristo, perché con la sua risurrezione il Signore è diventato colui che domina tutto: la Scrittura adopera l’espressione “siede alla destra del Padre”.

Cosa vuol dire allora: “il Signore sia con voi”? Vuol dire che noi, mediante la forza della risurrezione del Signore, siamo salvi e possiamo così progredire fino al regno di Dio, fino al regno di Dio glorioso.

Il lasciarci possedere dal Signore realizza la salvezza dell’anima nostra e la salvezza del nostro corpo, perché il Signore agisce meravigliosamente e come Lui ha detto: “Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.

Io vorrei che ci lasciassimo penetrare da questo fuoco, il fuoco partito dal suo mistero pasquale, il fuoco partito dalla gloria della sua risurrezione, il fuoco che deve trasformare le nostre azioni. Questo battesimo, questa immersione nella vita del Cristo.

In fondo ci chiediamo che cos’è l’amore. L’amore nella sua sostanza è rispettare e aderire ai grandi valori, ai sommi valori in rapporto a Dio, è aderire a Lui, alla sua volontà. Noi aderiamo alla sua volontà a imitazione di quello che Gesù ha compiuto sulla terra. Guardate dal momento delle sue tentazioni, come Gesù respinge qualsiasi cosa che non sia conforme alla volontà del Padre: “Di’ che queste pietre diventino pane” e la risposta è tutto il programma di Gesù: “Non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio”. Cerca in tutte le cose di piacere al Padre: “Mio cibo (cioè nutrimento quotidiano, cioè sostanza della sua forza) è fare la volontà del Padre”.

E così, di passo in passo, Gesù è sempre più manifestamente ardente. Avete sentito le sue parole: “Come sono angosciato finché non sia compiuto”. Come sono angosciato: la sua volontà è una volontà totale e aspetta i suoi momenti, aspetta quei momenti che Lui non ha determinato, ma che sono già determinati dal Padre, che sono segnati nella profezia: “Sta scritto”.

Ecco, una vita donata completamente è la vita dell’amore immenso di Gesù: come ha amato il Padre, come si è lasciato condurre dal Padre.

La nostra vita cristiana è in questo senso che deve sostanzialmente snodarsi: cercare di fare quello che piace a Dio, cercare di fare la sua volontà, cercare momento per momento questa benedetta volontà di Dio.

La Chiesa ci ricorderà nella prossima settimana coloro che sono diventati santi e li vedremo nella loro moltitudine e nella loro varietà; c’è però un denominatore comune: sono diventati santi perché nel loro ambiente, coi loro doni, nelle loro possibilità hanno fatto la volontà di Dio. Dotti e ignoranti, ricchi di beni o miseri, intelligenti o meno: hanno fatto la volontà del Padre e per questo sono santi.

Ecco ciò che ci dobbiamo proporre: accogliere così l’amore al Padre di Cristo e tenerlo nel nostro cuore come un fuoco sempre acceso. Perciò quando nell’assemblea liturgica ci scambiamo “il Signore sia con voi”, sentiamo come sia vero questo desiderio, come sia efficace, perché, se teniamo il cuore aperto, Lui occuperà la nostra anima e ci darà, potente e grande, il suo dono.

CODICE 78LRO0133SN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 26/10/78, giovedì XXIX Ord
OCCASIONE Omelia
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
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