07/10/1976 - Omelia Giovedi XXVII Ord BV Rosario

Sant'Ilario d'Enza, 07/10/1976
Omelia, Giovedì XXVII settimana Tempo Ordinario, memoria Beata Vergine del Rosario

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At 1, 12-14; Lc 1,26-38

Dobbiamo chiedere questa grazia, d’imparare a dire il rosario, perché il rosario è un grande dono della Vergine, è un dono nell’ordine stesso della sua missione, è un dono che ci porta a capire Gesù, ad entrare nel mistero di Gesù, a lavorare con Gesù. Chi possiede il rosario possiede un tesoro, perché capisce tanto e profondamente della storia della nostra salvezza e così può entrare e così può vivere e così può operare. Dobbiamo stimare il rosario, perché è con la Madonna che possiamo capire Gesù, è la Madonna che ripete sempre il suo amore a Gesù, insegnandoci a trattare con lui e ad essergli obbedienti. Perciò il rosario dobbiamo, oltre che stimarlo, amarlo con una particolare intensità, amarlo perché ci fa amare Gesù, perché ci pone obbedienti alla Trinità, perché ci fa essere operosi.

La redenzione è gratuita, ma non è del tutto gratuita, gratuita del tutto è stata la creazione. Nella redenzione tutti noi dobbiamo avere la nostra parte, il nostro impegno, il nostro lavoro; se non lavoriamo, la redenzione di Cristo non è sufficiente, questo lavoro di spiritualità, questo lavoro di adesione alla grazia, questo lavoro di comunicazione perenne attraverso Cristo coi fratelli. Ecco perché dobbiamo dire sempre il rosario insieme alla Madonna, insieme alla Madonna perché è una conversazione con lei, insieme alla Madonna perché ci facciamo aiutare da lei, insieme alla Madonna perché diamo gloria a Dio e dobbiamo nel rosario essere completamente disponibili. Dei quadri mirabili passano davanti alla nostra attenzione, quanto bisogna essere sensibili! Quanto bisogna essere docili! Rivediamo così il mistero dell’Incarnazione, l’infanzia di Gesù, la sua sofferenza e la sua gloria. Entriamo perciò a sentire con Gesù, ci adeguiamo a Gesù, cerchiamo di conformarci a lui. Maria è vicino a noi, Maria vuole essere ancora la nostra Madre, quella Madre che passo per passo ci sostiene, che nel buio di questo mondo ci genera, ci genera per darci alla luce nell’eternità, Maria la Madre che ci forma e con la Madonna certo non bisogna mai disperare! Anche se i nostri peccati sono pesanti, anche se le nostre deviazioni sono frequenti, c’è sempre lei, c’è la Madre, perciò la nostra docilità alla sua scuola deve essere perenne. Sempre, ogni giorno la corona nelle nostre mani, le nostre mani devono essere così consacrate da questa devozione, ma più ancora deve essere consacrata la nostra mente e il nostro cuore. Perciò proponiamoci di dire il rosario, di non dirlo mai meccanicamente, di non dirlo mai così, a fior di labbra, ma il nostro rosario sia un’invocazione accompagnata da una ricchezza mirabile di riflessioni.

Il nostro rosario sia così una scala, che quotidianamente ci unisce a Dio, attraverso la mistica scala, quella che è chiamata la “porta del cielo”, che è la Madonna. Con lei, sicuramente, avremo l’ingresso a tutta la ricchezza di Gesù, quella ricchezza che qui in terra è così grande, ma che avrà il trionfo nel cielo.

CODICE 76L6O0133QN
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 07/10/1976
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXVII settimana Tempo Ordinario, memoria Beata Vergine del Rosario
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il rosario
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