10/10/1985 - Omelia Giovedi XXVII Ord IV Anniversario morte Bernadette Spaggiari

Sant’Ilario d’Enza, 10/10/1985
Omelia, Giovedì XXVII Tempo Ordinario, IV Anniversario della morte di Bernadette Spaggiari

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Ml 3, 13-20; Lc 11, 5-13

Con quanta riconoscenza dobbiamo accogliere l’invito di Gesù a pregare, perché la preghiera è un grande tesoro, un tesoro meraviglioso, un tesoro potente, un tesoro che ci apre le misericordie del Cuore di Dio.

Troppa, troppa è la constatazione di ogni giorno, diamo energie e tempo a delle altre cose che contano molto poco, diamo il primo posto alla nostra attività, alle nostre voglie, forse ai nostri capricci. Il primo posto, ce ne dobbiamo ben persuadere, è lì, è nella preghiera perché la preghiera ci pone in comunione con Dio, ci pone in una comunicazione fervida, magnifica, in una comunicazione che dà pace, dà serenità e dà gioia.

Dobbiamo persuaderci: la preghiera ha un valore grandissimo, ci unisce tutti noi che siamo nella Chiesa, ci unisce in quel Corpo Mistico che costituisce l’unione stretta di tutti i membri di Cristo. Ci unisce con le anime del Paradiso, ci unisce tra di noi e realizza un grande aiuto e una grande carità.

Se vogliamo diventare buoni, dobbiamo pregare, se vogliamo beneficare gli altri, dobbiamo pregare; se siamo preoccupati di tutto il male che dilaga nel mondo, se siamo angosciati per tutte le tragedie che avvengono qua e là, ecco, abbiamo il mezzo facile e il mezzo potente: dobbiamo pregare. La nostra preghiera è riconoscere la grandezza di Dio, è lodare Dio, è amare Dio, è confidare in Dio, è sviluppare tutta la nostra fede e la nostra speranza e accendere la nostra carità.

Amiamo la preghiera, amiamola e non lasciamola mai, e non buttiamola là come una formalità. Non preghiamo solo per consuetudine, non preghiamo solo con le labbra, preghiamo bene. Pregare vuol dire ascoltare il Signore, vuol dire farsi ascoltare dal Signore, perché abbiamo Gesù che presenta la nostra preghiera al Padre. Abbiamo lui e in lui ci sentiamo sicuri.

Quando un cristiano prega, è Gesù che prega in lui. Ecco perché non è un grido a vuoto, non è un grido che si ferma: è una voce che penetra i cieli, perché è la voce stessa di Gesù.

E così questa sera, ricordando chi è in Paradiso, vogliamo riaffermare il nostro affetto, la nostra unione. Vogliamo di nuovo promettere vera, grande, fervida preghiera, che ci tenga sempre uniti, che ci tenga sempre pronti, vigilanti e forti.

CODICE 85L9O0133QM
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 10/10/1985
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXVII Tempo Ordinario, IV Anniversario della morte di Bernadette Spaggiari
DESTINATARIO Comunità parrocchiale,
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Preghiera
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