18/10/1973 - Omelia Giovedi XXVIII Ord

Sant’Ilario d’Enza, 18/10/1973
Omelia, Giovedì XXVIII settimana Tempo Ordinario, Festa San Luca Evangelista

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2 Tim 4, 9-17; Lc 10, 1-9

Dobbiamo essere molto riconoscenti a san Luca per il dono che ha fatto di un così ricco Vangelo. Lo ha fatto la Chiesa di tutti i tempi.

Sì, lo sappiamo, il Vangelo ha come autore principale lo Spirito Santo, è stato un prodigio dell’amore di Dio, però ha trovato uno strumento adatto, però il medico Luca è stato meravigliosamente docile alla grazia dello Spirito.

E stasera noi vogliamo sottolineare il suo merito. Ci dice lui stesso del suo lavoro, della sua indagine, di quanto gli è costato questo Vangelo.

Non è stata indubbiamente una cosa facile. Il Signore non agisce prendendo un uomo così come strumento passivo. Luca ha saputo lavorare, ha saputo mettersi molto attento, ha saputo corrispondere al disegno di Dio. Dirà Paolo: “La Chiesa tutta è in lode per Luca, per il suo Vangelo” e questa lode continua, anche se cambiano le generazioni.

Dobbiamo dunque ringraziare San Luca e dobbiamo veramente onorarlo e nello stesso tempo prenderlo come nostro modello, il modello per l’ascolto della Parola di Dio e per la trasmissione della Parola di Dio.

San Luca ha saputo, ho detto, lavorare, ha saputo ascoltare, ha saputo collaborare.

Uguale compito per noi. Se vogliamo che la Parola di Dio diventi veramente l’anima della nostra anima, la forza intima di tutto il nostro agire, si richiede da parte nostra una seria collaborazione.

Qui è che la Parola di Dio va studiata, c’è una cultura religiosa necessaria, non possiamo pretendere dei miracoli per la nostra ignoranza.

La Parola di Dio, poi, va ascoltata nelle disposizioni stesse che il Signore ci ha consigliato: “Ti ringrazio, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai prudenti e le hai svelate ai piccoli”. C’è una qualità essenziale che è la semplicità, l’umiltà, senza la semplicità e l’umiltà la Parola di Dio non scende nel cuore, resta alla superficie. Una semplicità e una umiltà che conducono a una terza qualità, la docilità, sapendo che il Signore ci ha inviato la sua Parola perché sia la nostra guida, perché sia veramente quella che ci apre il cammino anche in mezzo alle più gravi difficoltà.

Saper dire di sì, anche quando la Parola di Dio sconvolge i nostri pensieri, anche quando è contraria alle nostre concezioni umane.

Perché si possa realizzare questo, la Parola di Dio va riflettuta, va amata nella preghiera. È la preghiera che ci pone in diretta esperienza col Signore. Ecco qui la nostra meditazione: accogliere con amore, porre la Parola di Dio così come ci viene data, è frutto dell’amore di Dio, è frutto del sacrificio di Cristo. Chi accoglie la Parola di Dio con freddezza, dimentica la Parola del Signore, che è venuto a portare il fuoco sulla terra.

È opportuno allora che domandiamo con insistenza, particolarmente stasera, la grazia per ognuno di noi e la grazia per la comunità intera di essere molto attenta, molto docile ad ogni Parola del Signore, di accogliere questa Parola con grande amore e porla come guida nostra, anche se ci farà partecipare, e giustamente, al Mistero Pasquale di Cristo, che comporta una morte a noi stessi, alle nostre passioni, una morte alle tendenze cattive e al nostro peccato, per partecipare vivamente alla sua risurrezione.

CODICE 73LHO0133RN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 18/10/1973
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXVIII settimana Tempo Ordinario, Festa San Luca Evangelista
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE S. Luca modello di ascolto e trasmissione della Parola di Dio
ARGOMENTI S. Luca modello di ascolto e trasmissione della Parola di Dio
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