“Io vi mando”.
L’opera della Chiesa è partita di qui e continua così: vi mando.
Tutti noi siamo degli inviati, perché la sua parola giunga a tutti e si compia il regno di Dio. Tutti noi siamo mandati e mandati nella carità, perché dobbiamo essere i portatori dell’amore di Dio e dobbiamo così arricchire la nostra vita che possa essere una continuazione della vita stessa di Cristo, altrimenti la missione non sarebbe vera e completa.
Dobbiamo portare la parola nella vita e nell’amore, perché Cristo è venuto così come nostro modello, oltre che nostro missionario. E’ venuto a noi e ci ha portato la ricchezza meravigliosa del suo esempio.
Noi tutti, allora, meditando, in questa festa di S. Luca, la missione della Chiesa, dobbiamo interrogarci sulla nostra carità, sulla nostra capacità di superare tutte le difficoltà che urtano, che umiliano, tutte le difficoltà che in qualche maniera tentano di impedirci l’amore vero a Dio.
E’ proprio così che noi vogliamo essere degli operai autentici, gli operai della messe, che vogliamo donare per Dio quanto possiamo fare, quanto possiamo costruire, quanto possiamo soffrire.
Il lavoro del cristiano è un lavoro offerto a Lui, perché Lui lo trasformi con la sua potenza e nella sua misericordia.
Ed è per questo che in quest’ordine della carità, noi siamo raccolti nel nome di uno che fu pieno di carità, fu pronto sempre al dono, che il suo lavoro finalizzò per il regno di Dio. Un esempio luminoso di fede, un esempio tenace di attività.
Dobbiamo imparare, dobbiamo imparare come si diventa operai, dobbiamo imparare a sopportare le fatiche del lavoro, dobbiamo imparare che Dio non si serve con le parole, ma si serve con le opere.
Noi sappiamo bene che sono tanti che moltiplicano le parole e credono di essere efficaci con le loro parole. Penso che ognuno di noi debba forse rimproverarsi di aver detto di più nelle parole e aver fatto di meno nei fatti.
Il professor Ettore Lidner ci è davanti come l’esempio di uno che ha servito, che ha lavorato, che ha lavorato per tanti anni in un silenzio di parole, ma in un' eloquenza di opere.
Ed è questo che vogliamo chiedere anche per noi, da poter veramente essere impegnati sempre nella nostra attività, nell’angolo della Chiesa dove il Signore ci ha messo, da poter essere impegnati e sentire la gioia dell’umiltà, la gioia del servizio, la gioia di potere sempre offrire a Dio che vede nel segreto il nostro tributo d’amore.
Si ama Dio con i fatti e il prossimo col servizio.
E’ qui allora la nostra riflessione ed è qui che chiediamo al Signore, che ci ha tolto un operaio così valido, di darci degli altri operai, perché gli operai sono pochi.
Noi vogliamo pregare per la Chiesa, pregare perché la consolazione della fede sia la grande consolazione di ogni giorno per i suoi famigliari, noi vogliamo pregare perché venga così, sempre nel silenzio e nel fervore dell’opera, il regno di Dio in noi e attraverso di noi.
CODICE | 79LHO0133RF |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza 18/10/1979 – S. Luca |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXVIII settimana Tempo Ordinario – Commemorazione defunto |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La nostra missione |
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