Ef 6,10-20; Lc 13, 31-35.
Gerusalemme è l’esempio tipico di tante e tante forme di tradimento. Gerusalemme – benedetta da Dio, ricca di tante grazie, con una tradizione di spiritualità data dai profeti – Gerusalemme tradisce, Gerusalemme si rivolta, Gerusalemme compie il più grande delitto dell’universo: uccide il Redentore. Un esempio che ci deve fare tremare, perché non diventiamo anche noi una Gerusalemme. Le grazie che ci ha dato il Signore sono infatti una quantità imponente: ognuno di noi sa quanto ha ricevuto, ognuno di noi sa quanto la parrocchia ha ricevuto! Dobbiamo avere veramente paura che si ripeta per noi la minaccia e il castigo preannunciato da Gesù.
Le grazie esigono ringraziamento, le grazie esigono corrispondenza; le grazie corrisposte attirano altre grazie, le grazie non corrisposte attirano la durezza del cuore, l’allontanamento di Dio.
Dobbiamo quindi fare anche questa sera il nostro esame di coscienza, per vedere bene in concreto che cosa dobbiamo fare, che cosa deve essere realizzato per tutte le grazie che il Signore misericordiosamente ha moltiplicato.
Ci sono delle grazie dell’intelligenza: il Signore ci fa capire la sua parola, la sua verità. Egli stesso è la Verità: “Io sono la Verità” (Gv 14,6). Il primo interrogativo deve essere proprio qui: di tante meravigliose verità, quanta stima e quanto impegno di approfondimento, quanto entusiasmo nel nostro cuore?
Ci sono delle grazie che toccano la volontà e ognuno di noi sa quanto il Signore ci ha spinto, quanto ci ha veramente sforzato, quanto il Signore – pur rispettando la nostra libertà – si è premurato.
Ci sono delle grazie interne e ci sono delle grazie esterne; ci sono delle grazie di buon esempio, ci sono delle grazie che vengono dal dolore e delle grazie che vengono dalla gioia; ci sono delle grazie che vengono nell’ambito della famiglia o nell’ambito dell’amicizia; ci sono delle grazie che vengono dalla Parrocchia o che vengono direttamente dalla Chiesa.
Ecco: con quanto profitto, con quanta generosità, con quanta forza ci siamo impegnati?
Proponiamoci davanti a Dio di essere veramente coloro che danno frutto, che danno corrispondenza piena, perché il tralcio che dà poco frutto viene potato affinché ne dia di più, e il frutto diventi più abbondante.
Ci sono dei tralci che disseccano perché non danno nulla e vengono tagliati e buttati nel fuoco. Temiamo di essere così, dei tralci che non corrispondono e domandiamo al Signore anche questa sera una vera generosità.
CODICE | 88LSO0133TN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/10/1988 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXX settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Corrispondenza alla grazia |
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