07/11/1985 - Omelia Giovedi XXXI Ord

Sant’Ilario d’Enza, 07/11/1985
Omelia, Giovedì XXXI settimana Tempo Ordinario

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Rm 14, 7-12; Lc 15, 1-10

È una delle pagine più commoventi del Vangelo: la sua bontà, la sua misericordia, che non aspetta di essere cercata, ma che cerca, ma che non si dà pace finché non ritrova la sua pecora, finché non ritrova la sua moneta.

Oh, come dobbiamo desiderare di entrare nella contemplazione della misericordia e della bontà di Dio! D’entrare in questa contemplazione, che è la forza più grande che possiamo avere per progredire nel bene, per vincere i nostri peccati, per superare i nostri difetti! Purtroppo ripetiamo i peccati, purtroppo ricadiamo in ciò che abbiamo promesso di detestare, ma la sua misericordia non viene meno. Lo sappiamo, l’orgoglio dell’uomo cerca d’annullare tanta gioia di misericordia, l’orgoglio dell’uomo che non vuole sentirsi una pecora smarrita, che vuole giustificare i suoi errori chiamandoli meriti, che perciò non vuole sentirsi perdonato. È il colmo dell’errore, il colmo del traviamento.

Dobbiamo sentire com’è vero che abbiamo bisogno di misericordia, com’è vero che i nostri peccati sono la pagina triste della nostra vita, che dobbiamo finalmente convertirci. Convertirci vuol dire abbandonare il nostro peccato, vuol dire abbandonare la nostra mediocrità, vuol dire lasciarsi prendere da lui, arrivare dove vuole lui, impostare la vita come è giusto che noi l’impostiamo. Sempre dobbiamo desiderare la vera conversione, la vera trasformazione della nostra esistenza. Troppo, troppo spesso scendiamo a compromessi, troppo spesso preferiamo la tristezza del peccato alla gioia del sacrificio per Iddio, troppo spesso.

È proprio allora, nella misericordia di Dio, che dobbiamo ritrovare il senso vero della vita, la proporzione vera delle cose, nella sua misericordia, riconoscendo e domandando, riconoscendo e volendo essere veramente nella gioia della sua misericordia, sì, gioia di misericordia, che rinnoveremo rinnovando il nostro pentimento, rinnovando la nostra precisa volontà di recupero.

Donarsi a Dio, perché donarsi a Dio è donarsi a ciò che è vero, a ciò che è giusto, a ciò che è eterno. Doniamoci a Dio con tutto il cuore. Lasciamo che lui ci raccolga dal fango, che possa anche per noi ripetere la gioia degli Angeli che ogni volta, davanti a questo prodigio, rinnovano la loro lode, il loro cantico di amore, il loro ringraziamento per tutti i prodigi della salvezza e della misericordia di Gesù.

CODICE 85M6O0133UN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 07/11/1985
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXXI settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Conversione
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