1 Re 8, 22-23. 27-30; 1 Pt 2, 4-9; Gv 4, 19-24
La Chiesa celebra l’anniversario della dedicazione delle chiese, volendo indicare nella chiesa materiale, in un edificio, il simbolo della Chiesa spirituale, il simbolo di quella riunione di tutti coloro che hanno accettato Cristo, la sua grazia e che formano la comunità di coloro che sono salvati, che sono incaricati di portare la salvezza. La riflessione dunque nostra questa sera è, sì, sull’edificio materiale; la Chiesa consacra l’edificio che normalmente ospita l’assembla cristiana, lo consacra, invocando così una speciale assistenza dallo Spirito Santo, una particolare forza, un particolare aiuto, per coloro che entrano nel tempio e vivono il loro sacerdozio nell’assemblea di tutti. Il nostro comportamento in chiesa è riverente perché siamo davanti al Signore, è riverente perché siamo davanti allo svolgersi dei misteri del Signore; di umiltà perché lì ci viene comunicata la Parola di Dio; di responsabilità perché lì noi esercitiamo la nostra partecipazione al sacerdozio di Cristo; di fraternità perché lì noi siamo uniti agli altri e l’Eucarestia compie meravigliosamente questa unione e ci rende una sola cosa. Uno è il Pane che riceviamo, unica deve essere la nostra anima, unico il sentimento del nostro cuore. Celebrare insieme il mistero, persuadersi sempre di più di ciò che noi abbiamo preso e tradurlo, persuadersi cioè di come noi abbiamo responsabilità di Chiesa, di testimonianza, di fede davanti al mondo, da tradurre questo nostro senso di responsabilità nella vita concreta. Dovunque noi andiamo e dovunque noi operiamo, deve essere il sentimento della nostra fede che ci guida, che ci dà il modo di scegliere, che ci dà il senso delle cose. Essere Chiesa è perciò sentire come il paragone dell’edificio (cfr. 1 Pt 2, 4-5) è esatto: ognuno ha il suo posto, ognuno ha il suo dono, ognuno deve portare il suo carisma in collaborazione con gli altri, nella fraternità e nell’amore e nel rispetto degli altri; come dunque essere Chiesa comporta un senso della nostra appartenenza a Cristo e della nostra comunione ai fratelli, come comporta lo scoprire sempre di più che la Chiesa ha la stessa vocazione missionaria di Gesù. È sentire che la Chiesa non è per se stessa ma che è per gli altri e che perciò tutta la nostra responsabilità dobbiamo saperla vivere in quello che è lo spirito missionario, lo spirito che ci porta a valorizzare sempre di più quella Parola che abbiamo ricevuto per trasmetterla, quel Corpo e quel Sangue che abbiamo ricevuto, perché la nostra vita sia conforme all’immagine di Cristo. E noi rappresentiamo Cristo ancora di più insieme, ecco perciò il nostro posto nella comunità cristiana, ecco perciò la nostra revisione di vita per tenere sempre meglio il nostro posto ed esercitarlo in serenità, in forza, in continuità.
CODICE | 72M8O0133UN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 09/11/1972 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXXI settimana Tempo Ordinario - AnnoA - Festa dedicazione Basilica Lateranense |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | La chiesa materiale e spirituale |
ARGOMENTI | La chiesa materiale e spirituale |
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