06/11/1986 - Omelia Giovedi XXXI Ord

Fil 3,3-8; Lc 15,1-10.

Tutto in fondo si riduce qui: nel conoscere Gesù veramente e amarlo con tutto il cuore. Il centro della nostra fede è questa relazione personale con Gesù, una relazione che deve riempire il nostro cuore di una sempre più grande ammirazione, di una sempre maggiore riconoscenza, di una grandissima gioia. Conoscere Gesù è conoscere il Buon Pastore, è conoscere colui che ci cerca, è conoscere colui che perdona sempre. Perdona sempre!

Quante volte nella nostra stessa storia sappiamo di aver ripetuto i peccati e di avere abusato della sua mirabile grazia. Il Signore perdona sempre. Il Signore perdona volentieri. Il Signore dice di far festa quando torniamo a Lui. Ecco perché ci dobbiamo animare con molta spinta, con molto entusiasmo a non lasciarci mai sopraffare dall’avvilimento, dalla stanchezza, dalla rassegnazione. Dopo ogni peccato dobbiamo con fiducia andare da Lui perché, anche fosse la millesima volta, c’è lo stessa bontà, c’è lo stesso sorriso, c’è la stessa forza

Quanto dobbiamo essere riconoscenti al Padre celeste che ci ha dato in Gesù il Salvatore perenne! È sempre Lui che ci dà il suo cuore. È sempre Lui che offre al Padre il suo sangue, il suo sacrificio. Quando celebriamo la messa ricordiamo questo sacrificio. Lo rinnoviamo e il nostro cuore si dilata e si riempie di molta, molta dose di coraggio.

Perciò stasera rinnoviamo il nostro proposito: non avvilirci dei peccati, ricorrere sempre al Salvatore che ci mostra le sue piaghe, che ci mostra quanto ci ha amato, quanto ci ama, quanto è alla ricerca di ciascuno di noi. Ha salvato tutti, ma per ognuno di noi è un amico, per ognuno di noi ha una parola, per ognuno di noi ha una grazia, per ognuno di noi ha una previsione di amore. Ricordiamolo sempre così! E avanziamo con gioia e con forza.