15/11/1984 - Omelia Giovedi XXXII Ord

Fm 7-20; Lc 17, 20-25.

Seguire il Signore, seguirlo sempre. Purtroppo, tante volte siamo fiacchi, siamo deboli, siamo falsi. Purtroppo! Dovremmo essere dei discepoli fedeli, dovremmo essere di quelli che Lo sanno vedere dappertutto. “Il regno di Dio − ha detto Gesù – è in mezzo a voi”. Vedere Gesù è innamorarsi di Lui, è preferirlo a tutte le cose, è non avere esitazione. Troppo spesso lasciamo avanzare nel nostro cuore l’esitazione, il dubbio.

Dobbiamo sentire viva, forte la presenza del Signore Gesù, perché è veramente presente in mezzo a noi, è veramente presente di una presenza di salvezza e di una presenza d’amore. Lui vuol bene a ciascuno di noi, gli vuol bene come fosse solo lui. Gli vuol bene e gli vuol donare tutta la ricchezza del suo Cuore divino, quel Cuore che Lui ha voluto aprirci e ha voluto che donasse completamente tutto.

Essere discepoli vuol dire non avere delle altre mete, non avere delle cose che in qualche modo contrastano con Lui, la sua parola, la sua legge. Vuol dire non avere paura di essere integralmente e completamente cristiani, cioè seguaci suoi. Vuol dire, a tutti i costi, seguirlo anche quando è difficile. Se lo seguiamo solo nel facile, che amore dimostriamo? Anche quando è duro il cammino, anche quando è stretto, seguirlo sempre, senza oscillazioni, con generosità, una generosità che tutti i giorni dobbiamo esprimere, perché tutti i giorni lo Spirito Santo nel nostro cuore ci aiuta ad essere autentici, veri, generosi sempre.

Ecco, proponiamoci allora stasera un proposito veramente forte: seguire il Signore con tutta la nostra anima, con tutto il nostro entusiasmo e non dirgli mai di «no» o dei mezzi «sì». Dire sempre la nostra adesione fervida, generosa, completa.