13/11/1986 - Omelia Giovedi XXXII Ord

Fm 7-20; Lc 17,20-25.

“Il regno di Dio è in mezzo a voi”. E sempre preghiamo dicendo: “Venga il tuo regno” (Mt 6,10). È un regno di grazia, è un regno di salvezza e di amore. Bisogna che noi, dentro la nostra anima, collaboriamo perché vinca sempre il suo amore e non vincano i nostri nemici che sono le nostre passioni sbagliate, le nostre cupidigie, i nostri egoismi. C’è sempre una lotta.

Non si può essere buoni senza lottare. Chi ha delle lotte in certi momenti difficili, chi ha le lotte di ogni giorno nella continuazione della vita di fede. Tutti devono ricordare che il Signore è morto ed è risorto per darci la forza, perché il suo regno avvenga, perché non ci sia mai chi possa dire: “Non sono riuscito…”. Si riesce sempre se si è vicino a Lui! Si riesce sempre! Il bambino vincerà i suoi capricci; l’adulto vincerà nella pazienza delle sue croci, delle sue testimonianze. Ma la vittoria è assicurata! Il Signore è con noi! Ed è proprio in questo lavoro che facciamo per il suo amore, per la sua gloria, che prepariamo la grande venuta del Signore, il suo giudizio.

Ognuno di noi sa che prima che venga il giudizio universale ci sarà il giudizio nostro, singolo. Dovremo dar conto a Dio di tutto quello che abbiamo fatto, soprattutto di come abbiamo adoperato le sue grazie. È un pensiero che ci deve restare forte in tutto il nostro agire. Non siamo padroni della nostra vita e del nostro tempo. Secondo quello che ha detto Gesù (cfr. Lc 16,2) siamo amministratori. Ed è amministrando bene che collaboriamo al regno, che collaboriamo al trionfo della croce. Impegniamoci allora con vera umiltà, confidando tanto nel Signore; impegniamoci con vera fortezza, domandiamo allo Spirito Santo, che abita nel nostro cuore, questo dono. Impegniamoci con larghezza di animo per aiutare tutti i nostri fratelli perché tutti possiamo formare questo regno meraviglioso e sentire la responsabilità.