17/11/1977 - Omelia Giovedi XXXIII Ord

Sant’Ilario d’Enza, 17/11/1977
Omelia, Giovedì XXXIII settimana Tempo Ordinario

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1 Mac 2, 15-29; Lc 19, 41-44

Il pianto su Gerusalemme dice che ognuno di noi può essere motivo di pianto per il Signore. Le sue lacrime divine hanno bagnato nell’Orto degli Ulivi il volto e la terra, ha irrigato questo mondo con il suo sudore e le sue lacrime, ha irrigato questa terra così ostile.

Il Signore ha tenerezza anche per noi, perciò il Signore domanda a noi di capire tutta la nostra responsabilità, la responsabilità di chi ha ricevuto molto e dà poco, di chi ha avuto molti peccati da farsi perdonare ma non si è definitivamente convertito, di chi è chiamato a fare molte opere buone e non ne fa ed è come un albero infruttuoso nella Chiesa, non produce che foglie, non produce frutti di bene.

I motivi della nostra meditazione di questo ultimo tempo dell’anno liturgico ci devono insistentemente spingere al radicale esame di coscienza, alla meditazione sulla fugacità del tempo, alla meditazione sul rendimento che noi diamo alla misericordia di Dio, se veramente sentiamo la nostra grande responsabilità, di noi, che siamo donati così singolarmente, così eminentemente e forse diamo meno di un pagano retto e sincero.

Il nostro difetto viene dal non curare le piccole cose, non le curiamo. Quando nostro Signore compì la moltiplicazione dei pani e, con un gesto, di cinque pani e due pesci fece tanti pani e tanti pesci da sfamare cinquemila persone, ve lo ricordate cosa disse? Disse: “Raccogliete i frammenti”. Il miracolo non doveva essere occasione dello sciupare: “Raccogliete i frammenti”.

E’ una parola che deve risuonare forte anche a noi: “Chi è fedele nel poco, sarà fedele anche nel molto e chi non è fedele nel poco, non sarà fedele nel molto”.

Con tanti buoni propositi non si fanno le cose che si devono fare, forse perché si tralasciano le piccole cose, le cose di ogni giorno, i nostri doveri, le cose che, sappiamo, il Signore domanda per la carità del prossimo, per l’esempio, per la nostra testimonianza.

“Raccogliete i frammenti”, ma se siamo sciuponi non combiniamo nulla. Con un’altra parola poteva moltiplicare l’inverosimile, no, vuole che gli apostoli si chinino per terra a raccogliere gli avanzi, che non venga sciupato nulla. Noi invece sciupiamo tanto.

E’ questa la nostra meditazione perché, quando pensiamo al tempo, dobbiamo pensare che di ogni ora dobbiamo rendere conto a Dio, del minuto che passa. Questo pensiero ci deve spingere a dire: “Con amore grande farò tutto, perché così darò proprio dimostrazione del mio amore forte e vigoroso al Signore”.

CODICE 77MGO0133VN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 17/11/1977
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXXIII settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI L’importanza delle piccole cose di ogni giorno
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