Ap 5,1-10; Lc 19, 41-44.
Il pianto di Gesù su Gerusalemme ci deve far riflettere in profondità, perché Gerusalemme è un simbolo, il simbolo di chi non corrisponde all’amore di Gesù, alle tenerezze di Gesù, alle sue mirabili grazie.
Deve far pensare, perché l’abuso delle grazie è un peccato molto grande. Il Signore ci dà tante grazie, ci dà una continuità di illuminazioni e di pensieri perché ci dà la sua parola. Il Signore ci dona perché è pronto a comunicare con noi continuamente. Diceva il Curato d’Ars: “Quando un’anima prega, si unisce a Dio come due ceri si fondono insieme”.
Il Signore ci dona molto. Quando ci dà la grazia della preghiera, ci dà la grazia della sua presenza eucaristica, del suo sacrificio, si dona a noi nella comunione con l’intento di trasformarci addirittura in Lui. Che il nostro cuore diventi simile al Suo!
Riceviamo grazie dalla Chiesa, grazie dalla comunità, tutto per la sua provvidenza! Chi resiste a queste grazie, per mesi o per anni, commette un grande peccato, il peccato del rifiuto di Dio e del suo amore.
Dobbiamo avere paura di restare sempre nei nostri difetti, nella nostra poca fede, nella nostra grettezza. Dobbiamo ricordare che il Signore ci dona, perché anche noi sappiamo corrispondere a questo dono che vuole il nostro bene, la nostra felicità.
Questa sera, sentendo il pianto di Gesù, pensiamo che presto inizierà un nuovo anno liturgico, nel quale dobbiamo proprio sapere corrispondere meglio, con più prontezza, con più generosità, con più forza.
La Madonna ci aiuti a corrispondere alla volontà di Dio, per il nostro bene e per il profitto della nostra vita.
CODICE | 88MGO0133WN |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 17/11/1988 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXXIII settimana Tempo Ordinario |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Abuso della grazia |
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