Dn 6, 12-28; Lc 21, 20-28
Sta per chiudersi l’anno liturgico, terminerà sabato.
Il pensiero di meditazione ricorrente è il pensiero di Cristo, che ci viene incontro. La vita deve meritare questo incontro col Buon Pastore, con colui che ci porta con amore, che ha dato la sua vita, che non ci lascia mancare nulla, perché noi possiamo realizzare la nostra eternità nella gioia.
E i santi ci aiutano, perché prima di noi hanno incontrato le tentazioni, le prove, le difficoltà di ogni genere; prima di noi hanno realizzato quell’amore di perseveranza, di cui parla Gesù nel brano evangelico: “Voi siete quelli che hanno perseverato con me nelle mie prove”.
Oggi ricordiamo un santo che si è realizzato nella nostra comunità diocesana, è stato Vescovo di Reggio: san Prospero, che abbiamo come protettore della nostra Chiesa locale.
Non sappiamo molto di S. Prospero, perché tante cose si sono perdute nel buio dei secoli, sappiamo però che è stato un pastore pieno di amore a Dio e pieno di amore verso i suoi diocesani, che lentamente ha sacrificato la sua vita nel ministero di ogni giorno, che ha offerto la sua vita come un’oblazione, che si è dato senza riserve. Ed ha incontrato così il Cristo nella gloria ed è nella gloria, non per rinchiudersi in se stesso e nella sua gioia, ma per continuare la sua opera.
Noi lo ricordiamo questa sera, noi lo vogliamo invocare e ricordarci di questa nostra invocazione molte altre volte, perché i nostri protettori sono davvero la nostra difesa davanti a Dio. Sono la nostra difesa e ci indicano il cammino, perché anche noi sappiamo porre con coraggio la nostra vita cristiana.
Non fiacchi allora, non indecisi, non discontinui, allora non dei cristiani che calcolano quello che danno a Dio, ma dei cristiani logici nella loro fede, forti nel loro amore.
Noi chiudiamo un anno liturgico e ci dobbiamo chiedere, per vera sincerità e vero senso di lealtà, quale profitto abbiamo ottenuto in questo magnifico svolgersi di feste, in questo ritmo della vita della Chiesa. Che profitto ne abbiamo fatto? Abbiamo visto Cristo nei suoi misteri e abbiamo visto i suoi misteri operanti anche su di noi. Quale buona volontà abbiamo espresso? O quanta distrazione, tiepidezza, insipienza possiamo aver manifestato?
Ne dobbiamo chiedere perdono al Signore e dobbiamo proporci col nuovo anno liturgico, che comincerà domenica, di metterci con fortezza al servizio del Signore, come fosse la prima volta, perché dobbiamo vivere l’anno liturgico più intensamente, lo dobbiamo sentire più profondamente, dobbiamo appoggiarci di più a quelle grandi grazie, che ci vengono date per fare cammino incontro a Cristo.
CODICE | 77MPO0133WN |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 24/11/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì XXXIV settimana Tempo Ordinario, Memoria San Prospero protettore Chiesa locale |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Vivere l’anno liturgico, i santi nostro aiuto |
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