26/11/1987 - Omelia Giovedi XXXIV Ord

Sant’Ilario d’Enza, 26/11/1987
Omelia, Giovedì XXXIV settimana Tempo Ordinario

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Dn 6, 12-28; Lc 21, 20-28.

Dobbiamo aver paura di Dio, perché dice il brano del Vangelo che abbiamo letto: “Moriranno per la paura”. La paura è quando siamo sconvolti da un male che è vicino e perdiamo il controllo di noi stessi, ma c’è molta differenza tra la paura e quello che chiamiamo «timore dì Dio», che è un dono di Spirito Santo. Di Dio non dobbiamo aver paura, timore sì, tanto timore. Il timore vuol dire che dobbiamo sempre più educarci al rispetto di Dio, alla contemplazione della sua infinita maestà, che dobbiamo avere sempre più timore di offenderlo, di fare delle cose che Gli dispiacciono. Non solo questo timore di Dio sta con l’amore, ma ne è un’ espressione magnifica. Conosciamo quanto Dio è degno d’amore, quanto Dio ha fatto per noi, proprio per questo abbiamo timore di disgustarlo, di fare delle cose che possono non piacere a tanta bontà e a tanta misericordia. Ci dobbiamo educare al timore di Dio e questa fine dell’anno liturgico ci spinge perché la nostra educazione al timore di Dio sia completa.

La Liturgia insiste come nell’Avvento: dobbiamo capire il valore vero delle cose; come invece è facile dare importanza a delle cose che non ne hanno, capovolgere i termini di tante e tante situazioni! Gli uomini sì che hanno paura l’uno dell’altro, le nazioni hanno paura l’una dell’altra, il mondo è pieno di paura perché è pieno di cose che non piacciono a Dio, è pieno di paura. Noi dobbiamo essere pieni di amore. Dobbiamo veramente capire che la nostra educazione è un’ educazione alla libertà. Dio misericordioso viene incontro alla nostra debolezza, viene incontro alla nostra ignoranza, viene incontro alla nostra piccolezza, Dio ci ama e perciò proponiamoci di essere sempre ben fedeli alla sua voce, ripetendo le parole del Salmo: “Oggi, se udite la sua voce, non indurite il vostro cuore” (Sal 94,8). La storia dice che indurire i cuori è preparare una disgrazia, una terribile, una grande disgrazia. “Non indurite i vostri cuori”. L’esodo pone proprio qui la disgrazia del popolo eletto, la disgrazia veniva quando disobbediva, quando non credeva alla sapienza e all’amore di Dio. Nel nostro esodo cerchiamo di essere generosi, pronti, abbandonati, fiduciosi.

CODICE 87MRO0133ZN
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 26/11/1987
OCCASIONE Omelia, Giovedì XXXIV settimana Tempo Ordinario
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il timore di Dio, dono di Spirito Santo, esprime amore
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