02/12/1973 - Omelia I Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 02/12/1973
Omelia, I Domenica Tempo Avvento - Anno C

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Ger 33, 14-16; 1 Tes 3, 12; 4, 2; Lc 21, 25-28. 34-36

Quest’Avvento, che coincide con l’inizio dell’Anno Santo, deve essere un tempo per noi di particolare intensità, una riflessione profonda, una preghiera più continuata, un moltiplicarsi di opere buone. L’Avvento si apre così in un segno premonitore: il giudizio di Dio. Avete ascoltato Gesù: ci indica quella giornata, una giornata di angoscia, dice lui, di ansia, una terribile giornata: “Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra” (Lc 21, 26). Quel giorno, che è giorno della giustizia, che è il giorno della giustizia per tutti, continua Gesù e dice: “Si abbatterà su tutti, su tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra”, nessuno escluso, “come un laccio”, dice ancora, “che arriva all’improvviso” (ib. 34-35). Dobbiamo guardare quel giorno, perché la vita deve essere orientata verso Cristo che viene per la nostra società, che avrà condannate tutte le sue ingiustizie, tutte le sue carenze, tutte le sue menomazioni, tutte le sue oppressioni; per ognuno di noi, che dovrà, davanti a Dio, rendere conto di ogni grazia, di ogni dono, quel dono che è dato adesso nell’amore e di cui dovremo dar conto nella giustizia.

Ed è proprio in questo senso che la nostra meditazione si fa grave, perché noi riceviamo molto, perché noi riceviamo tanto, tantissimo; perché noi abbiamo l’abbondanza dei doni soprannaturali, abbiamo l’abbondanza della Parola di Dio, abbiamo l’abbondanza della presenza del Cristo, quante Messe! Abbiamo l’abbondanza del nutrimento: il suo corpo stesso, abbiamo le esortazioni della Chiesa, abbiamo l’ambiente della comunità. Forse noi non ne approfittiamo, quale responsabilità! Quale tristezza sciupare dei doni così eccelsi del Signore! E ci dobbiamo pensare, se le nostre confessioni si succedono monotone, ripetendo per stanchezza gli stessi peccati, non scuotendoci! Ecco il senso dell’Avvento: renditi conto che hai ricevuto molto, che questa visita del Cristo è continuamente davanti a te, che il Natale, che celebreremo, ti deve semplicemente rendere più responsabile di un continuo Natale, che avviene in te e attorno a te. La nostra responsabilità è molto grande. Confrontiamoci con milioni di altre persone, che hanno ricevuto immensamente meno di noi, che hanno ricevuto tanto poco nell’anima e tanto poco anche nel loro benessere materiale. Noi in loro confronto siamo quei ricchi, che Gesù ha indicato come tremendamente responsabili e lo dobbiamo pensare, lo dobbiamo pensare per non chiuderci in un’illusione, per non dire: andiamo bene, tutto è a posto. L’Avvento ti dice: guarda, va proprio tutto bene? L’Avvento ti dice: ma sei proprio persuaso che la tua vita davanti a Dio è come deve essere? Pensa quello che lui dirà di te. Ecco l’esortazione allora, che ci dà l’apostolo nella Lettera che abbiamo letto: “State saldi, irreprensibili nei vostri cuori nella santità” (cfr. 1 Tes 3, 13). Pensiero allora di profonda riflessione, pensiero però alimentato dalla speranza, pensiero forte che ci scuote, ma ancora vento che ci porta in alto: “A te, Signore, innalzo l’anima mia” (Sal 24, 1); “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri, guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza” (ib. 4-5). Percorrere questi sentieri nuovi, queste strade nuove. Ecco l’Avvento, questo ricercare dunque opere buone, ricercare stati d’animo più solidi: “Tutti i tuoi sentieri, Signore, sono verità e grazia per chi osserva il tuo patto, i tuoi precetti” (ib. 10). Questo il senso profondo che noi vogliamo sottolineare in quest’Avvento, perché l’Anno Santo sia veramente conversione, riconciliazione, azione, rinnovamento.

CODICE 73N1O01310N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 02/12/1973
OCCASIONE Omelia, I Domenica Tempo Avvento - Anno C
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Avvento
ARGOMENTI Avvento
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