Is 63, 16-17. 19; 64, 1-7; 1 Cor 1, 3-9; Mc 13, 33-37.
Il tempo d’Avvento ci apre un interrogativo, se cioè apprezziamo quello che abbiamo ricevuto, se valorizziamo adeguatamente i tesori della Redenzione, perché, venendo a noi, Gesù Redentore ci ha portato delle incredibili cose, delle ricchezze senza confine. L’Avvento è il momento di particolare riflessione, di speciale silenzio. Sappiamo veramente adoperare ciò che il padrone della parabola ha dato a noi suoi servi? Quante cose purtroppo siamo portati a dissipare, a sciupare, a calcolare poco! Quante cose amiamo e non vanno amate o non vanno amate così! Il Signore Gesù ci ha detto che la grande nostra donazione è opera del Padre, bisogna che amiamo Dio, che amiamo Lui con tutte le forze, con tutte le energie. Quale altra cosa possiamo amare, che sia degna, fuori di Dio? Fuori di Dio c’è l’abisso, c’è il nulla, c’è il buio.
In questo tempo di Avvento, allora, la nostra riflessione ci deve far veramente misurare, almeno un po’, quello che sappiamo fare, quello che sappiamo ricambiare, quello che sappiamo usare per il Signore, per amarlo, per servirlo, perché più di ogni altra cosa ci deve premere questo. La vita ci è stata data per servire Dio, proprio così, per servire, siamo suoi servi, siamo sue creature, dipendiamo continuamente e assolutamente da Lui. La vita è data per servire Lui, ubbidire a Lui, seguire la sua indicazione; non è data per servire noi stessi o per servire agli altri, o per diventare idolatri verso le creature. Il Signore ci ammonisce: quando tornerà nel suo giudizio sulla terra, che cosa gli risponderemo se abbiamo sciupato, se abbiamo dissipato, se abbiamo cambiato i valori e abbiamo invertito, mettendo al primo posto ciò che vale meno e ciò che vale di più lo abbiamo messo dopo? Servire Dio, servirlo con tutto il cuore, con tutta la disponibilità nostra, con tutte le nostre forze. Servire Dio. “Mostraci, Signore, la tua misericordia (Sal 85,8), faccela vedere, Signore! La tua misericordia l’abbiamo abbondante e non sappiamo vederla. Mostraci, Signore, la tua misericordia, falla vedere ai nostri poveri occhi e donaci così la tua salvezza, donaci quella salvezza che vale interamente la nostra vita, la nostra salvezza”. In Dio è la vera felicità, fuori di Lui c’è solamente la disperazione, sottolineo la disperazione, perché nel peccato l’uomo si illude di trovare un goccio di felicità, trova invece la desolazione più nera, trova il niente che è diventato angoscia. Impegniamoci quindi a desiderare con tutto il cuore la sua presenza nella nostra vita, perché ci sia sempre 1’idea forte del servizio.
E così cominciamo quest’anno liturgico, volendo proprio essere gloria a Dio a somiglianza della Vergine Immacolata, che ha consacrato tutta se stessa al suo Signore. Impegniamoci con umiltà, con generosità, con tanta, tanta energia, l’energia che chiederemo allo Spirito Santo, per i meriti della Beata Vergine.
CODICE | 87MUO01310N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 29/11/1987 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica di Avvento – Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’Avvento, tempo per scoprire le ricchezze di Cristo e amarlo di più |
© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAP | CREDITS