Gv 11, 17-27
Un dolore grande questa perdita così rapida e così imprevista. Un dolore grande. Su questo dolore si stendono però, con tutta la loro potenza, le parole del Signore: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, anche se è morto vivrà e chiunque crede in me non morirà in eterno” (Gv 11, 25-26). E’ bene ricordare queste parole, è necessario soprattutto applicando ad Almerina queste parole, perché è vissuta di fede, ha saputo realizzare fino in fondo alla vita la sua preghiera, la sua confidenza e il suo abbandono in Dio, ha saputo vivere guardando a Cristo, ha saputo vivere il suo cristianesimo in pienezza. Ha sentito Cristo, ha sentito il Vangelo, ha sentito la Chiesa, ha sentito la sua partecipazione alla vita della Chiesa e alla comunità cristiana. Ha realizzato la sua vocazione, che era la vocazione, che Cristo le aveva dato, di una vita data a Dio, data alla sua famiglia cara, data a tutte quelle che erano le sue responsabilità.
Chi è vissuto di fede, chi è morto in Cristo si è addormentato. La morte non è una situazione definitiva, la morte è solo un momento. E la consolazione e la partecipazione al dolore dei suoi cari, ecco, noi le esprimiamo proprio in questo ricordo delle parole del Signore, in questa comunione di preghiera.
Noi siamo uniti nella preghiera e anche lei, con la sua anima, si unisce a noi nella preghiera, anche lei che vive in Dio, perché in Dio ha realizzato la sua esistenza, vive in Dio e i suoi occhi pieni di luce e di amore a Dio guardano i nostri, che vogliono essere di attesa e di speranza, di fiducia, per continuare nella vita la nostra lotta quotidiana, per continuare nella vita il nostro compito e le nostre responsabilità, quelle responsabilità che si fanno più forti al pensiero dell’eternità.
Un cristiano vive intensamente la vita di ogni giorno, sapendo pure che questa vita di ogni giorno ogni momento può essere interrotta. E’ giusto perciò pensare alla vita eterna e vivere nel segno del Cristo liberatore, del Cristo salvatore.
Vogliamo allora, uniti nella preghiera, invocare per la defunta intensa grazia di perdono e di amore, per noi la forza di continuare nella nostra vita, continuare nelle nostre precise responsabilità: responsabilità di fede, responsabilità umane, responsabilità che sempre noi adempiremo guardando in alto, guardando al Signore e avendo speranza solo, solamente in Lui.
CODICE | 79N1O01310F |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 02/12/1979 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica di Avvento - Anno C - Funerale |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | La resurrezione dei morti in Cristo |
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