04/03/1979 - Omelia I Domenica Quar

Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1979
Omelia, I Domenica Tempo Quaresima

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Gn 9,8-15; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15

Dobbiamo meditare sulle tentazioni che ha permesso Gesù quando era nel deserto. È stato tentato per dare a noi l’esempio di come resistere alle tentazioni. È stato tentato per ottenerci con la sua divina pazienza, con la sua umiltà, la forza di resistere alle nostre tentazioni. Osservate una cosa: come il demonio presenta le tentazioni a Gesù. Le presenta sotto forma di bene, come azioni giuste. Lo invita a cambiare i sassi in pane, a manifestare la sua messianità, a riconoscere quella realtà che è il mondo. Gesù smaschera il tentatore. È la prima lezione che noi dobbiamo cogliere, perché sì, siamo tentati, ma il difficile è individuare e precisare bene le nostre tentazioni. Le nostre tentazioni sono molte volte nascoste. Sono tentazioni e non appaiono tentazioni. Sono insidie e sembrano fatti giusti e logici. Ognuno tenta di giustificare se stesso. Anche il delinquente, quando fa un’azione storta, cerca di dare una qualche dignità a questa azione. Molto spesso noi vogliamo dare una dignità a quello che siamo tentati di fare non conforme alla volontà di Dio. E il pigro parlerà di necessario riposo, e l’orgoglioso parlerà di diritti ben chiari e ben precisi, e l’impaziente dirà che è una necessaria reazione all’insipienza degli altri. Questa quaresima siamo invitati prima di tutto ad essere sinceri con noi stessi, ad essere veramente e profondamente leali. Abbiamo bisogno di lealtà. Il mondo che ci circonda è tutto un’ipocrisia, è tutto una finzione, è tutto un apparire. E molte cose vengono fatte per timore che l’apparenza sia contraria, che la gente dica. Noi abbiamo bisogno di lealtà e questa lealtà sta alla base del riconoscere le tentazioni, del riconoscerle nella loro fisionomia e nella loro potenzialità di distruzione. Abbiamo bisogno di sincerità con noi stessi ed ecco un insegnamento ben preciso che ci dà la Chiesa, lo diciamo all’inizio della messa: “Riconosciamo i nostri peccati”. Riconoscerli vuol dire precisarli bene, prenderne coscienza della gravità e delle conseguenze. Sincerità allora. profonda sincerità. E la seconda lezione che ci danno le tentazioni di Gesù è la decisione. Gesù non sta a patti, non sta a ragionare, respinge decisamente. Molte volte noi manchiamo di questa dirittura, di questa forza di repulsione. Molte volte noi vogliamo cavalcare a metà: metà di Dio, metà del mondo. Non ci vogliamo compromettere. Lo spirito di penitenza della quaresima sta soprattutto in questa decisione che continua la decisione del nostro battesimo, continua la decisione della nostra presa di contatto cosciente con lo Spirito Santo nella Cresima, che è vera strada per andare avanti. Siamo degli indecisi, per questo vorremmo far penitenza eppur non la facciamo, o ne facciamo solo un inizio. Vorremo fare la quaresima, ma dopo il mercoledì delle ceneri cominciamo già ad essere pigri, a non volere ordinare bene le nostre cose e adduciamo dei pretesti per non essere presenti, per non comunicare con gli altri, per non essere pronti in questa vera purificazione. Noi non siamo decisi. Dobbiamo invocare per ognuno di noi una decisione forte. La decisione per cui mettiamo prima di tutto Dio, prima di tutto il suo amore, prima di tutto il trionfo della grazia in noi e poi ci mettiamo a servizio, a servizio per gli altri. Perché la quaresima non è mettersi in un cantuccio e pensare solo a sé. Far la quaresima vuol dire ricuperare i nostri valori, la nostra vita di preghiera e di fede e poi andare con più carità agli altri. “Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri”. Ecco, una decisione forte, per raggiungere una vera, nuova alleanza col Signore, quell’amicizia che ci è ricordata da Noè, che ci ricorda san Pietro nella sua lettera.

L’Arca dell’alleanza figura del battesimo, figura della salvezza. Purificazione, generosa acquisizione di tante e tante grazie. Ecco la nostra quaresima così con forza, con umiltà, con disponibilità, con slancio. Tutto con entusiasmo nel nome e nell’amore del Signore , per far sì che la nostra quaresima sia veramente un cammino con Lui, un cammino verso quelle mete che il Signore a ognuno di noi chiede nell’intimo della propria coscienza.

CODICE 79C3Q01340N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 04/03/1979
OCCASIONE Omelia, I Domenica Tempo Quaresima
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
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