Gn 9, 8-15; 1 Pt 3, 18-22; Mc 1, 12-15;
… con l’aspersione dell’acqua benedetta così come vuole la Liturgia in questo tempo di Quaresima. È in quell’acqua il simbolo del nostro Battesimo. È l’indicazione di come noi dobbiamo indirizzare la nostra vita quaresimale, indirizzarla alla Pasqua, a rinnovare il ricordo del nostro Battesimo per viverlo più fortemente, per viverlo con uno slancio e una generosità grande di purificazione. E dobbiamo scendere fino in fondo nella considerazione di questa parola: purificazione. Abbiamo bisogno, abbiamo estrema necessità di purificazione, il peccato contamina. La prima Lettura ricorda la contaminazione avvenuta nel mondo, lavata dal diluvio, lavata perché il peccato porta sempre con sé il castigo, lavata perché la misericordia di Dio, dopo il diluvio, è apparsa ancora più grande e Noè fece alleanza col Signore. Il patto d’amore, che strinse Noè e che segna tutta la vita del popolo di Dio nell’Antico Testamento, è poi rinnovato in una maniera unica e sublime da Gesù, quando disse: “Ecco il calice del mio sangue, della nuova ed eterna alleanza” (cfr. Lc 22, 20). La purificazione è allora volontaria penitenza per ciò che abbiamo commesso, è acquisizione di un dominio nuovo su di noi, perché il peccato non entri più, perché il peccato non comandi più, perché non siano motivi di peccato quelli che ci spingono nelle nostre giornate. Un’anima purificata chiama una comunità purificata, la nostra comunità, che deve prendere grande motivo di generosità e di opere buone in questa Quaresima. Purificazione dice allora superamento. Il Vangelo delle tentazioni: il Signore ci dà l’esempio come superarle. Cioè la vita cristiana è necessariamente un superamento, dobbiamo superare noi stessi, il nostro egoismo individuale, dobbiamo superare i nostri difetti, i difetti di una comunità che, per dirsi ecclesiale, deve sempre di più confrontarsi con il modello unico che è Gesù. Ed è proprio in questa ricerca di purificazione che noi dobbiamo porre la nostra preghiera, che noi dobbiamo porre coscientemente le nostre penitenze ed è in questo ordine che dobbiamo porre le nostre opere buone. È un continuo progresso che si domanda a noi, per potere partecipare, dirà la Liturgia pasquale, “pani azzimi con Cristo”, cioè pani senza lievito, cioè pani senza il fermento della malizia (cfr. 1 Cor 5, 8), soggiungerà san Paolo, senza cioè quello che ci rende parziali, che ci rende fiacchi, che ci rende indecisi, che ci fa essere tiepidi nel servizio di Dio. Ognuno di noi sa i suoi e ognuno di noi deve combattere questi difetti con molta maggiore energia e con molta maggiore forza. E anche comunitariamente noi, sull’esempio della Madonna, vogliamo partecipare meglio al mistero della Redenzione che è di sofferenza, che è d’impegno, che è di redenzione. La Chiesa è per il mondo. La comunità è per il mondo e ognuno di noi deve cercare di entrare in pieno in questo spirito comunitario. Ed è, dicevo, in questo spirito che poniamo la grande opera buona comunitaria, che proprio iniziamo con questa Quaresima: la costruzione del nostro nuovo oratorio. Voi ne sapete la necessità. Voi sapete come è vitale per noi avere degli ambienti sani e costruttivi, avere degli ambienti nei quali la nostra gioventù possa serenamente crescere alla luce di Dio. Oratorio viene da orazione, oratorio vuol dire un posto dove si impara l’orazione. Orazione non è semplicemente dire delle preghiere, è indirizzare la vita. La preghiera è un indirizzo, la preghiera è una vita di fede. Ecco perché noi vogliamo fare quest’opera comunitariamente e a quest’opera sono necessari l’interesse, la collaborazione, il dono di tutti. Il dono di tutti, ma un dono che sia una vera consapevolezza che in una comunità tutti devono contribuire, tutti hanno la loro parte, tutti devono avere il loro impegno. Così nel nome del Signore riusciremo a superare delle difficoltà, che adesso ci appaiono così grandi, così pesanti da sembrare insormontabili. Se tutti volentieri, se tutti con sacrificio, perché non si tratta di briciole e non si collabora a una comunità dando le proprie briciole, ma se ognuno sa partecipare, ognuno avrà la gioia di poter dire: “Anche col mio contributo, anche col mio interesse, anche con la mia preghiera abbiamo potuto fare per la gloria di Dio e il bene delle anime”.
CODICE | 73CAO01340N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 11/03/1973 |
OCCASIONE | Omelia, I Domenica Tempo Quaresima - Anno B - Lancio Oratorio |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Ricerca di purificazione |
ARGOMENTI | Ricerca di purificazione |
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