03/03/1974 - Omelia I Domenica Quar ore 6.30 e 8.15

Sant'Ilario d'Enza, 03/03/1974
Omelia, I Domenica Tempo Quaresima - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30

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Dt 26, 4-10; Rm 10, 8-13; Lc 4, 1-13

MESSA ORE 6, 30

“Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto e tentato dal diavolo”. Per ogni seguace di Gesù è la stessa condizione: la vita molte volte è un deserto e si è tentati e si è messi alla prova, perché tutta la vita è una prova. Dirà San Paolo: “Combatti come un buon soldato di Gesù Cristo” (cfr. 1 Tm 6, 12; 2 Tm 2, 2). È vero, la vita è prova e combattimento, è lotta nel deserto, cioè nella solitudine nella quale spiritualmente molte volte uno rimane, una solitudine che ognuno di noi ha provato e prova in certi momenti, nei quali la nostra fedeltà e il nostro amore a Dio devono superare degli ostacoli alle volte duri, alle volte durissimi. La vita è una prova, non ce lo dobbiamo mai dimenticare. Desidereremmo che la vita fosse, almeno per certi periodi, un riposo, una consolazione, una distensione che si prolunga: non è così. Finché viviamo su questa terra, la vita è posta nella lotta, la vita è posta nella sofferenza, la vita è posta nella tribolazione; venuta a meno una tribolazione, ne viene un’altra, perché questo breve spazio di tempo, che noi passiamo su questa terra, deve dimostrare a Dio il nostro amore e la nostra fedeltà. Ecco perché il Signore permette la tentazione, ecco perché il Signore ci ha dato una vita, in cui dobbiamo dimostrare quanto noi siamo suoi. È dopo la vera pace, è dopo il vero Paradiso. Coloro che parlano di un paradiso quaggiù dicono una bugia: il Paradiso è in un’altra vita, una vita eterna, che cioè durerà finché dura Dio, sempre, una vita di gioia, di gioia stessa del Signore, una vita di pace. È quello che noi sempre invochiamo ed auguriamo ai nostri defunti: “Eterno riposo dona a loro”, diciamo così.

E allora quali conseguenze possiamo prendere? Di non stupirci e di non perdere la fiducia in Dio, di fronte ai nostri dolori, alle nostre prove, alle disgrazie che ci succedono.

Secondo: di sapere che senza preghiera, senza l’aiuto della grazia non riusciamo a superare le nostre difficoltà. L’uomo, che crede di potere da solo, finisce o in una rassegnazione inconcludente, in una superficialità inammissibile, o in una ribellione molto accentuata. È necessario che noi ci appoggiamo sulla preghiera, che non ci stupiamo di cose che per il momento non comprendiamo, ma di sapere che siamo nelle mani di una Provvidenza infinita, di una bontà senza fine, che siamo cioè nelle mani di Dio e Dio non ci darà mai una prova superiore alle nostre forze. Se noi siamo umili, se confidiamo in lui, supereremo bene ogni nostra difficoltà.

E questa Quaresima facciamola così, nell’esercizio della nostra pazienza, nell’esercizio dell’accettazione serena delle prove di Dio; facciamo una Quaresima forte e generosa, raccolta e molto unita al Signore.

MESSA ORE 8, 30

Questa prima domenica di Quaresima sottolinea sostanzialmente due cose: come anche noi siamo nella tentazione e come è possibile vincere la vita - tentazione, la vita - prova con la fiducia in Dio. E il modello è Gesù, Gesù fatto uno di noi è l’esempio che dobbiamo sempre avere davanti, è in lui che ci dobbiamo specchiare.

La vita è una prova, è tutta una prova. Vi sono i momenti cruciali di questa prova: sono i momenti della solitudine, del deserto. La solitudine spirituale, la desolazione che ci può prendere sono i momenti in cui sentiamo più vicini a noi gli insulti del male, il fascino del male.

Avete sentito: quei quaranta giorni, Gesù subì ogni specie di tentazione e non chiuse lì. L’evangelista sottolinea che “il diavolo si allontanò da lui, per tornare al tempo fissato” (cfr. Lc 4, 13). Vi sono le punte massime, vi sono i momenti più difficili, però la nostra vita è posta così in una tremenda alternativa di scelta: Dio, la sua Parola, il suo amore e l’amore del prossimo e l’altra alternativa: il nostro egoismo, i nostri idoli per usare un linguaggio biblico, i nostri idoli cioè quello che in qualche maniera ci allontana da Dio e ci allontana dai fratelli e finisce per coinvolgerci in un circolo che è il circolo degli uomini che si sono ribellati a Dio, che hanno voluto un’altra esperienza, che hanno fatto un’altra strada.

Se la vita è prova, se la vita sarà prova fino in ultimo, nella Quaresima tradizionalmente si è sottolineata molto la morte, i momenti della morte come i momenti ultimi di un combattimento, è proprio in quest’ordine di idee: noi fin in ultimo siamo liberi nell'alternativa e fino in ultimo dobbiamo saper scegliere.

Sgomento? Avvilimento? Ecco, la nostra forza è nel nome del Signore.

Nella prima Lettura abbiamo letto dal libro del Deuteronomio come noi dobbiamo essere in offerta, l’offerta a Dio, perché Dio è colui che salva, come salvò dall’Egitto con mano potente, con braccio teso un popolo di miserabili, che lottava contro un impero, l’impero più forte del mondo d’allora, così Dio si prende cura di noi, ci sostiene, ci guida, non ci abbandona. E la nostra miseria è un titolo perciò di fiducia, sapendo che Dio guarda proprio coloro che sono nell’afflizione, che sono privi di forze.

“Resta con noi Signore nell’ora della prova”, sottolinea il Salmo responsoriale. E abbiamo davanti a noi tutta la magnifica fiducia espressa nel Salmo 90: “Tu che abiti al riparo dell’Altissimo e dimori all’ombra dell’Onnipotente di' al Signore, mio rifugio, mia fortezza, mio Dio in te confido”.

È un principio allora di enorme sicurezza: è il Signore che ci salva. E san Paolo nella seconda Lettura ci ricordava la potenza della Parola di Dio: “Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore”, “La tua parola”, perché era la sua Parola; “La tua salvezza”, perché è lui che è vicino a te.

Quindi un senso di grande abbandono in Dio, di grande fiducia, un senso profondo di ottimismo nonostante questa lotta. Noi dobbiamo essere ottimisti sulla nostra riuscita e anche ottimisti sulla riuscita del complesso degli uomini, che lottano per la giustizia, che lottano per quella che è la loro condizione umana e cristiana.

Il senso di ottimismo ci pervade in questa Quaresima e diciamo “sì”. Non rifiutiamo la collaborazione, noi la vogliamo questa collaborazione, noi vogliamo seguire Gesù. Come Gesù ha pregato, per quaranta giorni non ha fatto che pregare, come Gesù ha fatto penitenza, come Gesù ha adoperato la Parola di Dio per vincere la tentazione, così sarà anche per noi.

Vorremo in questo tempo di Quaresima insistere di più nella nostra preghiera. Facciamo una densa Quaresima di preghiera, facciamo una Quaresima assolutamente forte. Pregare molto! Pregare molto! Pregare molto insieme! Pregare molto nella Messa, stare uniti alla preghiera di Gesù, la nostra Messa quotidiana di Quaresima: intensa preghiera, ascolto della Parola di Dio, riflessione di questa Parola con umiltà, con grande sete, con grande desiderio.

E penitenza, vincendo in noi quei motivi di egoismo che ci hanno fatto deviare, che possono tornare a farci deviare. Un senso dunque di austerità generosa per il regno di Dio, per il regno di Dio in noi, per il regno di Dio attorno a noi.

Esercizio di carità, aprendo il nostro cuore a tutti coloro che hanno bisogno, a tutti coloro che aspettano da noi.

E in questa Quaresima dobbiamo insistere con forza, sapendo che la Quaresima non è fine a se stessa, ma la Quaresima è preparazione alla Pasqua, quindi un sentimento di slancio, per poter essere degni di vivere in noi la grazia di Cristo risorto.

CODICE 74C2Q01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 03/03/1974
OCCASIONE Omelia, I Domenica Tempo Quaresima - Anno C - Messa ore 6, 30 e 8, 30
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Vita come prova
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