07/03/1976 - Omelia I Domenica Quar ore 6.30 e ore 8.15 e ore 10.00

Sant'Ilario d'Enza, 07/03/1976
Omelia, I Domenica Tempo Quaresima - Anno B - Messa ore 6, 30 - 8, 30 - 10

Ascolta l'audio

Gn 9, 8-15; 1 Pt 3, 18-22; Mc 1, 12-15

OMELIA ORE 6, 30

La Quaresima è tempo di prova, è tempo cioè nel quale Dio dà a tutti noi una particolare grazia, ci invita, ci spinge alla conversione, ecco perché è prova, perché, se questa Quaresima passa inutilmente e noi non miglioriamo, assumiamo un'altra responsabilità davanti a Dio. Respingere una grazia è infatti respingere l’amore di Dio, respingere quella misericordia che vuole di noi fare un altro Gesù Cristo. Ogni cristiano deve diventare Gesù Cristo. Un cristiano non è fatto per essere mediocre, tiepido, perché un cristiano si adegui solo ad una legge esteriore di paura, perché un cristiano faccia solo il sufficiente, il cristiano è chiamato ad una pienezza. “Voi” , dice l’apostolo san Paolo, “siete stati predestinati ad essere santi ed immacolati al suo cospetto (cfr. Ef 1, 4). Voi siete chiamati a rinnovare nella vostra vita i sentimenti di Cristo, le azioni di Cristo” (cfr. Fil 2, 5).

La Quaresima è prova allora e in questo senso noi parliamo delle tentazioni di Gesù. Voi ricordate, il demonio non lo tentava a fare dei peccati, il demonio lo tentava a rendere il suo messianesimo un messianesimo comodo, un messianesimo facile: “Di’ che questi sassi diventino pane” (Mt 4, 3). Non era certo peccato fare un miracolo, ma perché lo sollecitava il demonio? Perché il Signore avesse preso una strada facile e invece Gesù la voleva difficile, la voleva difficile perché doveva redimere, salvare, doveva essere esempio a tutti noi. Per un vero cristiano non c’è una via facile, c’è una via che è in salita secondo la Parola di Gesù: “Sforzatevi”, dice il Signore, “La via che conduce alla salvezza è ardua e pochi sono quelli che la percorrono”. “Sforzatevi”, dice il Signore (cfr. Lc 13, 24). Ecco allora la nostra tentazione del facile, la nostra tentazione del comodo, la nostra tentazione del tirar via.

Siamo sollecitati nella Quaresima allora ad impegnarci di più nella nostra preghiera, una preghiera più profonda e più autentica.

Siamo sollecitati ad un vero spirito di mortificazione: “Coloro che sono di Cristo”, dice l’apostolo san Paolo, crocefiggono se stessi con i loro vizi e le loro concupiscenze” (Gal 5, 4).

Siamo invitati a rendere più operosa la nostra carità, a vivere con maggiore impegno la nostra vocazione di Chiesa, di coloro che sono veramente uniti agli altri, perché il cristiano non è un isolato. Non si fa un cristiano isolandolo, ma mettendolo nella Chiesa. La nostra vocazione è di essere Chiesa, Chiesa che prega, Chiesa che salva, Chiesa che è esempio di carità e vero amore.

Ecco, guardiamo le nostre tentazioni, superiamole per dare una direzione ben chiara, ben precisa, ben forte alla nostra vita, perché è così che veramente potremo piacere al Signore.

OMELIA ORE 8, 30

La Liturgia ricorda sostanzialmente tre cose.

La prima: sono le parole perentorie di Gesù: “Convertitevi, credete al Vangelo” (Mc 1, 15), la necessità di un’autentica conversione.

La seconda cosa: c’è il Battesimo che è salvezza, nell’arca di Noè è raffigurata la salvezza, è ricordato come solo così ci si può salvare. “Otto persone in tutto furono salvate per mezzo dell’acqua”, dice san Pietro.

E la terza cosa: la nostra vera conversione. Il nostro vivere profondamente il Battesimo si realizza nella Chiesa, perché nella Chiesa c’è l’alleanza. “L’arco nelle nubi: esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra”.

Il realizzare allora la nostra Quaresima comporta una riflessione profonda su questi temi ed una realizzazione concreta, perché dobbiamo ripetere, e ognuno lo deve ripetere prima a se stesso, che noi abbondiamo troppo di parole, moltiplichiamo le parole, ma non attuiamo la conversione. Abbiamo la bocca piena di parole, ma abbiamo molte volte il cuore vuoto, abbiamo soprattutto le opere che ci mancano, proprio perché non viviamo di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio.

Come possiamo allora attuare la nostra conversione, se non partendo da un atto di umiltà, di un'umiltà che riconosce quello che è in noi, che riconosce le nostre manchevolezze, riconosce questi vuoti alle volte paurosi, che sono nelle nostre giornate? Moltiplicare le parole non è altro che moltiplicare le responsabilità.

La Quaresima ci presenta il mistero della salvezza e perciò ci presenta ancora l’ipotesi della dannazione. Possiamo salvarci. La nostra salvezza può essere di una certezza meravigliosa, perché Cristo ha dato se stesso per noi, Cristo ha dato se stesso alla Chiesa, perché l’ha amata e, attraverso la Chiesa, vuole attuare il suo disegno di salvezza all’umanità. Ma se noi rifiutiamo questo fiume di grazie, come dice il Salmo: “E’ il fiume che letifica la città di Dio” (Sal 46, 5), se noi lo rifiutiamo, ecco, noi usciamo dalla misericordia per entrare nella giustizia.

E qui si innesta il discorso delle nostre tentazioni. Anche il Signore Gesù ha voluto essere tentato per insegnarci, per guidarci, per ottenere le grazie del superamento. Il Signore ha voluto essere tentato, perché “tentazione è la vita dell’uomo sulla terra”, dice Giobbe, “è tentazione” (cfr. Gb 14, 1-4), è una spinta continua che sentiamo ad andare in basso, ad accontentare la nostra parte inferiore, a trastullarci con le nostre passioni, a illuderci in una vita mediocre.

La tentazione è continua, ma il Signore ci ha detto che dobbiamo creare l’ambiente, per vincere la tentazione. Nel deserto è stato tentato, non lasciarti allora frastornare dalle tue cose, dalle tue occupazioni, non essere di tutte le cose meno che ti te stesso. Il Signore ci dice che ci sono dei valori che vanno salvati. Nella parola “deserto” possiamo intendere così la solitudine della nostra vita di preghiera, il nostro sapere uscire da questo mondo, il non sovraccaricarci di troppe preoccupazioni. Ecco il volume della tua preghiera, ecco lo spessore della tua meditazione, ecco la mortificazione cristiana che tu devi generosamente applicare, perché sei battezzato. C’è stato chiesto: “Rinunci al mondo?”, “Sì, rinuncio”. Che cosa vuol dire, se non che i desideri tuoi non possono essere i desideri del mondo, che le tue scelte devono essere diverse? Un cristiano dev’essere molto forte e per questo deve restare in esercizio: penitenza per i peccati, mortificazione per preservarci dagli inganni della nostra debolezza. Andare avanti così nella Chiesa, cioè la nostra penitenza quaresimale non è semplicemente una scelta che ognuno di noi deve fare, è una scelta comunitaria. La Quaresima è tutta una Liturgia, è tutto un inno, che deve uscire dalla Chiesa nell’ordine del bene, della carità, dell’amore degli altri. Dobbiamo sentire il nostro essere Chiesa: Chiesa che prega, Chiesa che vince nella tentazione, Chiesa che sente la sua missione evangelizzatrice.

Il nostro tempo è compiuto, siamo bene illuminati, ecco, sapendo che le vie del Signore sono verità e grazia, come dobbiamo pregare con il Salmo 24: “Fammi conoscere Signore le tue vie, insegnami i tuoi sentieri, guidami nella tua verità, ricordati, Signore, del tuo amore” (Sal 24, 4). Ecco, questa disposizione mi sembra fondamentale nella Quaresima, perché si avvii un vero dinamismo di vita cristiana. Dicevo: non parole, opere, non restare spettatori ma operatori, non essere semplicemente, così, accodati ad una situazione, ma insieme a tutta la Chiesa operare per la salvezza, perché la nostra vita sia di esempio, perché in ognuno di noi il Vangelo prenda più terreno. “Credete al Vangelo” (Mc 1, 15), dice il Signore, “Credete, con tutta la mente, con tutto il cuore, con tutta la vita, credete” (cfr. Mc 12, 30). Sta qui il tutto.

Questi giorni passeranno invano? Quale responsabilità! Non succeda ad alcuno di noi.

OMELIA ORE 10

Come si salvarono Noè e i suoi familiari perché erano nell’arca, così noi ci salviamo rimanendo nella grande costruzione fatta da Gesù, la grande costruzione è la Chiesa.

La Quaresima ci ricorda il nostro Battesimo. Avete sentito qua? Chi è che parla di Battesimo qui? Eh, vi vedo un po’ distratti… Chi è che ha parlato di Battesimo, qui nella Lettura? Abbiamo appena finito di leggere: san Pietro. San Pietro apostolo nella sua prima lettera ha detto: “Noi siamo salvati dal Battesimo” (1 Pt 3, 20-21).

Nella Quaresima ricordiamo il Battesimo, ricordiamo la Chiesa, che è l’arca della salvezza e ricordiamo una terza cosa, che potreste anche dirmela voi, quello che ha detto Gesù: “Convertitevi e credete al Vangelo” (Mc 1, 15). La necessità, proprio perché battezzati, proprio perché appartenenti alla Chiesa, di convertirci. E’ una parola difficile, che cosa vuol dire convertirci, cosa vuol dire convertirci? Cosa vuol dire? Cambiar vita. La Quaresima ci dice: siete dei battezzati, appartenete alla Chiesa che è santa, dovete diventare più buoni, dovete convertirvi. E’ Gesù che ce lo dice: “Convertitevi e credete all’annuncio” (ib.), l’annuncio che ci dà lui.

Bambini, anche voi volete fare una bella Quaresima, non solo i grandi devono farla, la dovete fare anche voi, alla maniera vostra e secondo quanto il Signore vi fa capire, ma dovete fare anche voi.

L’abbiamo cominciata, quand’è che l’abbiamo cominciata? Mercoledì. Con che cosa l’abbiamo cominciata? Qualcuno dei più grandi c’era, ah, con l’imposizione delle ceneri, per significare la nostra umiltà. Bene! Cerchiamo dunque di cominciarla bene.

Cosa dovete fare in questa Quaresima? Mi state tutti attenti adesso, eh! Vorrei tre cose, vi suggerirei tre cose, se state bene attenti le portate via con voi, vero? Tre cose.

La prima: un bambino fa bene la Quaresima quando prega meglio, quando prega sempre. Due parole allora: meglio, sempre. Meglio vuol dire: non dire le preghiere così… come vengono, tanto per dirle; dire le preghiere tanto per dire non conta niente, pregare è parlare. Bisogna sapere che cosa si dice: pregare meglio. Pregare sempre: cosa intendiamo per sempre? Le preghiera che ognuno di voi si è proposto di fare, le preghiere del mattino, le preghiere della sera e le grandi preghiere che fate insieme quando siete qui in Parrocchia. Pregare meglio. Gesù pregava: noi dobbiamo pregare. La nostra salvezza è la preghiera. Vedete: Gesù pregava, la Madonna pregava, i santi pregavano e noi non pregheremo? No, noi dobbiamo pregare, pregare meglio, pregare sempre. Questa è la prima cosa.

La seconda, la seconda: i grandi parlano di penitenza. La Quaresima è data per la penitenza, per voi bambini parliamo di un fioretto, qualche cosa che vi faccia diventare più responsabili, più generosi, che vi alleni a saper vincere i capricci. Un fioretto al giorno: l’avete già pensato? L’avete già pensato da mercoledì i più grandi, i più piccoli dovrebbero proprio pensarlo adesso. Fare un fioretto tutti i giorni di bontà nel vincere i capricci, soprattutto i capricci quando bisogna ubbidire, perché io non vedo se un bambino è buono qua in Chiesa. Quand’è che vedo se è buono, quando? A casa, a casa si vede se un bambino è buono, se ubbidisce, se dice di sì. Un bambino che invece ha imparato a parlare, dicendo no, e poi la sua parola più frequente è dir no, certo non fa la Quaresima. Questa Quaresima imparare a dire di sì, sì, mamma, volentieri, subito! Sentite? Prima abbiamo detto: meglio e sempre; adesso diciamo: “sì mamma, volentieri e subito!”

Terza cosa. La terza cosa che dovete fare in Quaresima è una frequenza più generosa e completa alla Chiesa. La vostra Messa partecipata bene, partecipata puntualmente. Venire alla vostra Messa, venire e stare attenti. E poi? C’è solo la Messa alla domenica o c’è anche il Vespro? C’è anche il Vespro. Santificare la festa.

Ecco, se mi fate questa Quaresima, che bella Pasqua! Una Pasqua molto bella. I grandi hanno preparato dei propositi molto più robusti ma sono grandi, per voi questa tre cose, che me le sapete ripetere subito, vero? Anche i più piccoli me le sanno ripetere, tre cose: la prima: meglio; la seconda: un fioretto, soprattutto di obbedienza. Come si dice? Sì, mamma, volentieri, subito! E terzo? Ecco, santificare meglio la vostra festa, la vostra Messa, il vostro Vespro. Ve lo tenete in mente allora? Se io incontro poi una di voi, uno di voi sul sagrato e gli dico: mi dici le tre cose? Me le sapete dir subito, vero? Vedremo, intanto il Signore vi aiuti, a fare proprio una santa Quaresima.

CODICE 76C6O01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 07/03/1976
OCCASIONE Omelia, I Domenica Tempo Quaresima - Anno B - Messa ore 6, 30 - 8, 30 - 10
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Quaresima tempo di prova e conversione, Quaresima per i bambini
Condividi su
MOVIMENTO FAMILIARIS CONSORTIO
Via Franchetti, 2
42020 Borzano
Reggio Emilia
Tel: + 39 347 3272616
Email: info@familiarisconsortio.org
Website: familiarisconsortio.org
  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

© 2022 Movimento Familiaris Consortio | Via Franchetti, 2 42020 Borzano (RE) | info@familiarisconsortio.org |Privacy Policy | COOKIE POLICY | SITEMAPCREDITS