11/03/1984 - Omelia I Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, d’Enza 11/03/1984
Omelia, I Domenica di Quaresima – Anno A

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Gn 2, 7-9; 3, 1-7; Rm 5, 12-19; Mt 4, 1-11.

Gesù è condotto dallo Spirito per essere tentato, perché doveva ottenerci le grazie, per vincere le nostre tentazioni, e fosse il nostro modello.

Nella prima lettura la Liturgia ci presenta la tentazione di Adamo ed Eva e perdettero e fu una sciagura per loro e per noi, e ci presenta le tentazioni di Gesù e fu salvezza. Dobbiamo fare come Lui, dobbiamo prima di tutto persuaderci che tutta la vita è una tentazione, è una prova, che noi saremo giudicati secondo come ci comporteremo in questa prova. Dobbiamo capirlo bene, perché siamo portati a dimenticarlo e di tante cose, che ci succedono, non sappiamo dare la spiegazione e ci succede proprio perché il Signore ha il suo progetto su di noi e ci permette le tentazioni e ci pone alla prova, per vedere se siamo fedeli. Quante cose! L’ambiente dove viviamo, il lavoro, le malattie, le incertezze, le oscurità che possono colpire l’anima: è prova.

Bisogna che dimostriamo che amiamo Dio e cerchiamo Lui e vogliamo servire a Lui, che non siamo su questa terra per star bene, non siamo su questa terra per avere tutti i nostri comodi. Siamo su questa terra per dimostrare che veramente vogliamo fare la volontà di Dio e che mettiamo Dio al di sopra di ogni altra cosa.

Il nostro tempo, il tempo della prova è il tempo allora della dimostrazione del nostro amore, della nostra fedeltà, del nostro coraggio e la vita passa, passano le cose, ma se passa il soffrire l’aver sofferto non passa. Quello che abbiamo fatto per il buon Dio resta per sempre e resta motivo di gloria perenne; quello che abbiamo fatto per noi stessi e quello che noi abbiamo fatto per gli altri, escludendo la volontà di Dio, questo è perduto per sempre. Cosa conta quello che abbiamo fatto, se non lo abbiamo messo in Dio? Cosa conta quello che abbiamo sofferto, se non abbiamo sofferto nel suo nome? Passa il tempo, passano le cose, resta solo quello che abbiamo messo nelle mani dell’Onnipotente.

Riflettiamo allora in questa Quaresima per affrontare meglio tutte le nostre prove, per sentire come la vita è servizio di Dio; siamo creati per servire Dio, tutto il resto è illusione, è tentazione, è un sogno e una chimera. Serviamo Dio, serviamolo con umiltà, serviamolo con generosità, serviamolo con fedeltà. Serviamo Dio e il modo di servirlo è proprio il fare la sua volontà e farla con tutta la perfezione possibile, come in cielo; come in cielo si serve Dio così dobbiamo servirlo noi sulla terra. In cielo lo servono nel gaudio, noi nella prova, per arrivare ad essere degni del premio. Non disanimiamoci mai, ma con coraggio ognuno di noi faccia quello che il Signore vuole e come il Signore vuole: avremo la grande e vera pace.

CODICE 84CAO01340N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, d’Enza 11/03/1984
OCCASIONE Omelia, I Domenica di Quaresima – Anno A
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La vita tempo di prova e di servizio; la fedeltà provata; ciò che vale
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