09/12/1979 - Omelia II Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 09/12/1979
Omelia, II Domenica Tempo di Avvento - Anno C

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Bar 5, 1-9; Fil 1, 4-6. 8-11; Lc 3, 1-6

Abbiamo davanti la figura di Giovanni Battista: ci chiama, c'invita, ci pressa per una conversione, una vera conversione, una decisione che interessi tutta la nostra vita, perché anche la parola “conversione” ci è diventata abituale e forse non ci fa più impressione.

La conversione è l’atto fondamentale di ritorno al Signore. La Liturgia di oggi ce ne dà un’idea, parlandoci nella prima Lettura del ritorno di Israele dalla schiavitù. Ci dice com’è glorioso tornare a Dio, come fiorisce la speranza e prorompe la gioia. Tornare a Dio con una vita più santa, con una vita più generosa e impegnata è fonte di pace e di gioia. Il profeta Baruc fa notare come anche la natura intorno a noi partecipa a questa letizia. Partecipa, perché convertirsi a Dio con gioia è ricondurci alla sua luce di gloria, con la misericordia e la giustizia che vengono da Lui, quindi il profeta c’insegna la gioia di cambiarci, di modellarci sulla Parola di Dio.

E san Paolo, nella seconda Lettura, c’insegna come la nostra conversione deve diventare un arricchimento della carità. Dobbiamo crescere in conoscenza e in ogni genere di discernimento, per fare quei frutti di giustizia che sono i frutti dello Spirito Santo.

E il Vangelo ci riporta la parola di Giovanni Battista. Convertirsi è un’azione radicale, è immaginata come la costruzione di una strada, una strada che passa per burroni e picchi scoscesi e tutto viene appianato. Un lavoro grandioso, ma scendendo nel concreto che cosa dobbiamo fare? Ognuno di noi sa quali burroni ha nella sua vita, ognuno di noi sa “i luoghi impervi”, cioè i difetti che si ripetono laceranti e orgogliosi. Ognuno di noi sa quale lavoro allora può fare, un lavoro insistente, fervido per migliorare la propria preghiera, per migliorare la fedeltà alla preghiera, l’attenzione alla preghiera, per migliorare la nostra bontà, per solidificare la nostra pazienza, per essere più generosi nella vita di ogni giorno, per vincere le tentazioni più insidiose, che ognuno di noi patisce. Ecco la nostra salvezza, ecco la nostra conversione, ecco il nostro impegno. Per migliorare tutta la società, ognuno deve migliorare se stesso; per crescere almeno di un poco l’amore fraterno, ognuno deve fare qualche cosa: deve essere più caritatevole, più giusto, più comprensivo, più impegnato. La nostra pigrizia e il nostro orgoglio sono dei grandi ostacoli. Giovanni Battista con l’austerità della sua vita sottolinea, insiste con tutta una forza grandiosa, che viene dalla sua vita così santa. Nella riflessione cerchiamo di ascoltarlo.

Domani è la festa della nostra patrona sant’Eulalia, una grande festa per noi, che abbiamo nella santa la nostra protettrice in paradiso, donataci dalla provvidenza di Dio. Celebreremo la Messa solenne la sera, alle diciotto e trenta e sarà la Messa comunitaria della settimana, che quindi non vi sarà giovedì. Sabato quindici inizia la grande Novena del Natale, sempre nella Messa delle diciotto e trenta. Chiamo tutti a tradurre in queste devozioni il loro buon proposito di conversione nella preghiera.

CODICE 79N8O01311N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 09/12/1979
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo di Avvento - Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Conversione
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