Bar 5, 1-9; Fil 1, 4-6.8-11; Lc 3, 1-6
“Ogni uomo vedrà la salvezza” (Lc 3, 6).
Nella profezia che riguardava Gesù era detto: “Egli aprirà gli occhi ai ciechi” (Is 42, 7*). Senza Gesù non vediamo, senza Gesù siamo in un’oscurità profonda: non conosciamo Dio, non conosciamo il perché della vita e della morte, non sappiamo nemmeno dove possono fondarsi le nostre relazioni sociali.
Gesù è venuto perché noi vediamo, cioè perché noi prendiamo visione di quelle verità, di tutta quella luce che ci è necessaria per fare il nostro cammino, per dare alla vita il perché, per dare alla vita un movente che possa renderla degna di essere vissuta.
E’ necessario che in questo Avvento ci preoccupiamo perciò di conoscere meglio Gesù, di conoscere meglio la sua dottrina, di avere una meditazione più efficace e più profonda, perché molte anime restano in parziali oscurità, molte anime conoscono poco di Gesù e quello che conoscono lo conoscono male, conoscono qualche cosa nel vago.
Il tempo di Avvento è tempo di meditazione. Dobbiamo far venire la luce di Gesù nel nostro cuore, una luce piena, meravigliosa nella sua efficacia e nella sua soavità. Più luce, più luce nell’anima!
Bisogna conoscere meglio la sua Parola, bisogna riflettere su ogni suo precetto, su ogni suo consiglio, su ogni suo esempio. Bisogna che il nostro cuore progredisca in questa, che è la più grande, è la più salutare di tutte le cognizioni e di tutti gli affetti.
Abbiamo bisogno di Lui per essere più sicuri, per essere più forti, per essere più decisi in tante occasioni. Abbiamo bisogno di Lui e l’insistenza, con la quale tutta la Liturgia di Avvento prorompe nel “Vieni Signore Gesù” (Ap 22, 20), è ancora in questo senso: “Ogni uomo vedrà”. Lo dobbiamo vedere di più, dobbiamo constatare meglio che solo in Lui c’è la salvezza. E la condizionale è proprio posta in questo lavoro: nel preparare la via, nel raddrizzare i sentieri, nel riempire i burroni, nell’abbassare i monti e i colli, nel drizzare i passi tortuosi e i luoghi impervi, cioè dentro di noi. Dobbiamo ben essere persuasi che ci sono degli ostacoli, che ci sono delle cose che ci impediscono questa visione, questa acquisizione della salvezza; ce la impediscono e saremmo illusi se pensassimo che solo la nostra strada fosse una strada spianata e facile. Noi dobbiamo lottare, noi dobbiamo soffrire, noi dobbiamo impegnarci, perché tutta la sua luce giunga a noi, ci raggiunga questa pienezza, questa grazia di salvezza.
Ecco perciò che il nostro proposito di più intensa preghiera, di più valida meditazione dev’essere posto nell’impegno, nello sforzo, nella generosità quotidiana.
Non lasciamo passare invano questo tempo, non stiamo lì indifferenti a dormicchiare: scuotiamoci! Ognuno di noi ha una verità da approfondire, ognuno di noi ha una preghiera da fare meglio, ognuno di noi ha un difetto da togliere, ognuno di noi dev’essere più buono, più caritatevole, più aperto perché giunga tutta la luce.
E in questo senso noi auguriamo che, mediante la nostra disponibilità, il Signore possa esultare nel vederci più uniti a Lui, più pronti, più disposti a porre tutta la nostra vita nelle sue mani.
CODICE | 82N4O01311N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 05/12/1982 |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica di Avvento - Anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Conoscere Dio alla luce di Gesù - Avvento tempo di meditazione della Parola |
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