Sir 24, 1-4. 8-12 (gr); Ef 1,3-6. 15-18; Gv 1,1-18.
Sempre di più dobbiamo approfondirci nella meditazione del mistero, perché è Dio che è nato tra noi, è l’Unigenito Figlio di Dio, la luce vera, la vita, l’amore stesso di Dio. È venuto fra noi perché tutto fosse trasformato in Lui.
“Ai suoi che lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio” (cfr Gv 1,12). Il cristiano è tale perché è generato di una generazione ineffabile, di una generazione vera. Non solo si chiama figlio ma è stato fatto, col Battesimo, realmente della famiglia stessa di Dio.
Quanta riflessione sulla nostra dignità, sulla nostra grandezza, sulla chiamata, che dobbiamo sentire prepotente, a una vera vita cristiana, a una vera santità. Tutti noi continuamente possiamo attingere dalla sua pienezza, dall’ineffabile, meravigliosa sua pienezza. Poveri noi se siamo svagati e distratti! Poveri noi se siamo senza fede! Poveri noi se la nostra fede languisce e siamo pigri, indolenti!
La nascita di Gesù ci stimola e ci dice che la nostra vita dev’essere una vita fervida, entusiasta di bene. Se Dio è venuto tra di noi, quanto possiamo! Se Dio ci dà della sua pienezza, quante cose ci competono!
Troppo spesso ci accontentiamo del minimo, di tirare avanti, di passare le giornate mediocri e incolori, delle giornate che si e no vanno bene per un pagano.
Quanto dobbiamo stimolarci e sentirci come una grande forza dentro di noi, una grande forza di amore, perché tutto è possibile per chi ama, perché tutto è possibile per chi riceve il Figlio di Dio, perché tutto è possibile. Il tempo e le circostanze ci ripetono: “Diventa come ti vuole il Signore! Non indugiare, non fermarti, non buttare via il tuo tempo, non lasciarti travolgere dalle piccole sciocchezze di ogni giorno, non indulgere ai tuoi difetti. Sappi che un cristiano ha ricevuto tanta energia da fare anche i miracoli. Se tu lo vuoi Dio farà tante cose attraverso di te”.
Stimoliamoci allora per essere veramente logici, perché possiamo veramente con gioia servire il Signore e percorrere molta strada e diventare proprio simili a Gesù. Per questo ha preso la carne come noi, perché noi gli diventassimo simili, perché noi potessimo avere ogni giorno un modello davanti da ricopiare, un modello sul quale conformarci, un modello da rallegrare la nostra vita così sa che non butta via ma accumula ogni giorno e accumula per l’eternità.
CODICE | 86A4O01321N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 05/01/1986 |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica Tempo Natale |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | |
ARGOMENTI |
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