15/01/1978 - Omelia II Domenica Ord

Sant’Ilario d’Enza 15/01/1978
Omelia, II Domenica Tempo Ordinario - Anno A - Matrimonio

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Is 49, 3. 5-6; 1 Cor 1, 1-3; Gv 1, 29-34

Il Figlio di Dio fatto uomo si è voluto chiamare Gesù, cioè, tradotto in italiano, Gesù vuol dire colui che salva, il salvante, il salvatore. Gesù è colui che dà un senso a tutta la vita dell’uomo, che dà un perché a tutti i nostri interrogativi. Gesù è veramente colui che risolve la vita e risolve l’enigma della morte, Gesù è veramente il sostegno di chi soffre e la luce di chi sa gioire. E vorrei che comprendessimo sempre di più questa grande verità, perché è a base di tutto il nostro agire, di tutto il nostro procedere. Un cristiano ha una visione sua della vita, ha una visione unica della vita, ha una visione trascendente della vita e noi dobbiamo sempre di più puntualizzare tutto il nostro operare in questo senso e con questa forza. Vorrei che noi crescessimo molto nella fede, perché la fede è luce, la fede è forza, la fede fa vedere le stesse cose degli altri, ma in una luce assolutamente nuova. Vorrei che crescessimo nella fede e vorrei che le nostre preghiere, le nostre assemblee avessero sempre questa finalità: crescere nella fede, maturare nella fede, riuscire a interpretare le cose nella fede.

Ecco, vorrei anche che fosse questo l’augurio agli sposi perché, quando si pone una famiglia, bisogna porla in Dio, bisogna porla in lui, bisogna viverla in lui, bisogna così avere sempre lui come punto di riferimento. Io auguro agli sposi di procedere così nella fede, come la cominciano, la loro vita a due, come la iniziano oggi davanti all’altare. Vorrei dir loro precisamente questo, che la loro esistenza sarà preziosa, benedetta, sarà nella gioia nella stessa misura, in cui nell’onestà e nella fede avranno il coraggio di procedere, perché la nostra fede è una ricchezza incredibile. Cos’è la fede se non l’adesione a Dio verità e a Dio amore? A Dio che si è piegato su di noi, che ci ha cercati, a Dio che ci ha preso per mano, perché non vacillassimo? Tutti i mali del mondo non vengono forse perché si dimentica la legge di Dio? Non vengono forse, perché gli uomini sono chiusi nel loro egoismo e respirano solo nell’egoismo e vogliono sopraffare gli altri? I due comandamenti di Dio sono ben chiari e su di essi si deve basare tutta l’esistenza. Il primo: “Tu amerai Dio con tutto il tuo cuore” (cfr. Mt 22, 37); il secondo: “Tu amerai il prossimo come te stesso” (ib. 39). I due comandamenti di Dio danno dunque la base incrollabile per ogni situazione e per ogni evenienza. A Dio amore, che ci vuole fare palpitare col suo cuore, noi dobbiamo rispondere in fede, cioè in fiducia; dobbiamo rispondere collaborando con lui in una collaborazione piena e magnifica. Amare Dio, vivere di lui. E siamo peccatori e tutti siamo peccatori, ma avete udito come Giovanni Battista ha presentato Gesù al mondo: “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo” (Gv 1, 29). Gesù si è caricato del nostro peccato, perché noi avessimo la forza di procedere nell’amore e nella grazia, nella generosità e nella costruzione del bene. Gesù si è voluto dare a noi, perché la nostra vita potesse essere libera da tutti i condizionamenti, potesse essere forte della fortezza della coscienza serena e sicura.

Io dico agli sposi: ponete ogni vostra giornata nelle mani di Dio, ponete la vostra giornata per il bene di tutti, ponete la vostra giornata così nella preghiera, perché abbiate sempre la forza di compiere il vostro dovere, di compierlo bene, di compierlo con serenità e fino in ultimo. Vi auguro che la grazia di Dio così vi accompagni, che possiate veramente essere con Dio e vivere sempre di più di Dio.

CODICE 78AEO01331E
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza 15/01/1978
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo Ordinario - Anno A - Matrimonio
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Crescere sempre nella fede
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