20/01/1985 - Omelia II Domenica Ord

Sant'Ilario d'Enza, 20/01/1985
Omelia, II Domenica Tempo Ordinario - Anno B

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1 Sam 3, 3-10. 19; 1 Cor 6, 13-15. 17-20; Gv 1, 35-42

Il segreto e la ricchezza di ognuno sta proprio lì, nell’incontro con Gesù. Bisogna che ogni cristiano lo comprenda in profondità e con molta forza, perché la fede non è possibile ridurla a una professione esteriore. La fede è comunione, è stretta comunione con colui che è venuto a portarci la Parola del Padre e a darci la gioia di sentire il suo amore. L’apostolo Giovanni scriveva dopo vari decenni dall’episodio, ma non si era dimenticato: “Erano le quattro del pomeriggio” (cfr. Gv 1,39). Per ogni anima ci vogliono queste “quattro del pomeriggio”. Ogni anima deve trovare in Gesù il suo Dio, il suo redentore, il suo amico. Il colloquio è partecipazione, il colloquio è senza dubbio con lui, è gioia profonda. È l’interrogativo di tutta la nostra vita spirituale, è l’interrogativo della nostra preghiera, è l’interrogativo delle nostre Messe e delle nostre Comunioni, un interrogativo dal quale dipende tutto il resto: com’è la tua preghiera? Ci dobbiamo chiedere. Come è? Sa di formale? Di esteriore? È un omaggio reso così col cuore distratto? O la tua preghiera è ricerca, vera ricerca, continua ricerca della sua potenza e della sua gloria, della sua tenerezza di amore e della sua provvidenza. Com’ è la tua Eucaristia? Oh, lo sappiamo bene che cosa vuol dire partecipare alla Messa, che cosa vuol dire fare bene la Comunione. Farla sempre bene, sempre maggiormente bene. Fare la Comunione! La frase è da meditare profondamente, perché fare la Comunione non è ricevere, è fondersi, è unirsi, fare una comunanza di vita, realizzare in noi la sua stessa scelta, la sua stessa misericordia. Oh, come dobbiamo fuggire le Comunioni tiepide, svogliate, le Comunioni che non sono preparate, le Comunioni che non portano un vero e completo ringraziamento di amore! Che responsabilità a fare male la Comunione! Che responsabilità ridurla a un gesto e basta! Che responsabilità! La nostra comunità ha bisogno sempre di più di scoprire la ricchezza e il dono che porta la Comunione, lievito di ogni anima e lievito di tutto il corpo sociale, un lievito potente, grande, meraviglioso. Se facciamo bene la Comunione portiamo ricchezza a noi, portiamo ricchezza agli altri, portiamo Gesù. Facciamo trionfare Gesù! Oh, le nostre Comunioni, che devono essere modellate sul grande esempio di Maria nell’Incarnazione! Ricevere Gesù e vivere di Gesù e progredire nel nome e nell’amore di Gesù. Sì, realizziamo. Sì, impegniamoci. Ogni domenica la nostra Comunione deve essere un vero amore che progredisce, un vero amore che trionfa, un vero amore che è portato nell’intimo del nostro cuore, per tradursi nella carità verso gli altri, nella comprensione, nella pazienza, nelle opere di misericordia. La Comunione è impegno, ma la Comunione è ancora la vera pace del cuore, la vera sicurezza. La Comunione ci garantisce ancora di più la virtù della speranza: noi in Gesù e con Gesù possiamo realizzare il suo regno, possiamo prepararci alla vita eterna.

CODICE 85ALO01331N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 20/01/1985
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo Ordinario - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La Comunione
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  • “È evidente come Don Pietro abbia vissuto il suo sacerdozio
    tra la vita delle persone, condividendo tutto. 
    In fondo, forse, è il segreto più prezioso che ci ha svelato.”
    Umberto Roversi

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