28/02/1988 - Omelia II Domenica Quar

Sant’Ilario d’Enza, 28/02/1988
Omelia, II Domenica Tempo Quaresima – Anno B

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Gn 22,1-2. 9,10-13. 15-18; Rm 8,31-34; Mc 9, 2-10.

Adoriamo Gesù nel mistero della Trasfigurazione. Si è trasfigurato per noi, per darci una potente speranza di gloria. Nel tempo di Quaresima ci chiediamo particolarmente il perchè della mortificazione, il perchè della penitenza, il perchè della lotta quotidiana.

Il Signore Gesù ci risponde; aveva detto: “Era necessario che il Figlio dell’uomo soffrisse prima di entrare nella gloria” (Cfr. Lc 24,26).

La vita presente è prova; la vita presente è sofferenza, è sofferenza alle volte più acuta, alle volte più lieve ma è sempre sofferenza di lotta. E davanti al mistero del dolore, chi è colpito, ripete, quasi inconsciamente: “Perchè? Perchè a me? Perchè io devo soffrire tanto? Perchè? È forse un castigo il dolore? Ho forse fatto più peccati di un altro?”.

Gesù risponde a tutti quelli che soffrono e ripete la parola: è necessario che questa vita sia presa nel senso di prova, di dimostrazione di amore, perchè il vero amore l’amore grande si manifesta a Dio nella sofferenza, nell’accettare questa condizione di lotta, nel non sgomentarci di fronte alle prove che arrivano e arrivano numerose. Non sgomentarci!

Il cristiano che ha fede vede nel dolore il metro dell’amore. La sofferenza di Gesù è stata per amore al Padre e per amore ai fratelli, ed è stata durissima. E Gesù con l’anima sua così delicata, con il suo corpo così perfetto, ha sofferto più di tutti; Lui, l’Agnello innocente, ha sofferto per amore a noi, per salvarci.

Chi soffre deve unirsi a Gesù, deve avere le stesse intenzioni di Gesù, deve saper esprimere quella volontà di amore per cui la vita diventa allora mezzo di salvezza, diventa mezzo di amore, diventa mezzo di gloria.

Animiamoci dunque a saper offrire le nostre sofferenze, sia quelle straordinarie che quelle ordinarie, il peso della vita quotidiana, il peso del dovere, il peso delle incomprensioni. Cerchiamo di non smarrirci mai e sappiamo valorizzare il dolore per scontare i nostri peccati. Valorizzare il dolore per vivere una potente vita di donazione e di offerta.

Tutte le volte che assistiamo alla Messa assistiamo al mistero del sacrificio di Gesù. Ebbene, è proprio lì che dobbiamo offrire; è proprio lì che dobbiamo innalzare quella che è la banalità quotidiana e che ci schiaccerebbe; è proprio lì dove dobbiamo imitare la Beata Vergine: lei innocentissima ha sofferto in maniera incredibile. La chiamiamo «1’Addolorata».

Proprio da lei apprendiamo la lezione, e camminiamo con generosità e con fede nella nostra vita cristiana.

CODICE 88BTQ01341N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 28/02/1988
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo Quaresima – Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Il mistero della sofferenza
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