23/02/1986 - Omelia II Domenica Quar

Sant’Ilario d’Enza, 23/02/1986
Omelia, II Domenica Tempo Quaresima – Anno C

Gn 15, 5-12. 17-18; Fil 3, 17- 4, 1; Lc 9, 28-36.

Tutti i misteri di Gesù sono nostri. È per noi tutto quello che Lui ha fatto.

Nella Trasfigurazione siamo chiamati a capire, a vivere il piano di Dio su di noi, un piano di amore. Anche noi dobbiamo fare il cammino di Gesù, un cammino ben preciso dal dolore alla gioia, dalla tristezza al gaudio. Noi trasfigurati dal Battesimo dobbiamo collaborare all’opera di Dio. Il Signore vuole che maturiamo in noi la virtù e l’opera di figli di Dio. Senza la nostra collaborazione non avviene, non può avvenire quello che Iddio si è proposto. Noi siamo e dobbiamo essere conformi all’immagine del Figlio Suo. È Gesù il nostro modello. E Gesù, in questo cuore della Quaresima, ancora una volta insiste perché accettiamo e vogliamo percorrere questo cammino; perché capiamo il valore del dolore, il valore dell’impegno, il valore dell’austerità quaresimale, perché possiamo giungere alla Resurrezione.

Anche noi siamo chiamati a parlare con Gesù. Gesù parlava con Mosè ed. Elia della Sua Passione, della Sua partenza, dice, la Sua partenza che doveva avvenire in Gerusalemme: la partenza della Croce, la partenza dell’immolazione, la partenza per compiere la Redenzione. Anche con noi vuole parlare di questo Suo Mistero Pasquale, che cioè non ci dobbiamo spaventare della lotta che dobbiamo fare per essere veramente e interamente suoi. La vita spirituale è un combattimento ma un combattimento che avrà l’esito così meravigliosamente grande da darai tanto coraggio. Come dice san Paolo: “La nostra patria è nei cieli e dal cielo aspettiamo come Salvatore il Signore nostro Gesù Cristo” (cfr Fil 3,20).

Impegniamoci allora perché questa Quaresima sia veramente una Quaresima forte, una Quaresima decisa. Vinciamo le nostre ricorrenti debolezze, le nostre insistenti forme di difesa, quei difetti che sembrano particolarmente forti, radicati nella nostra anima da non riuscire a vincerli. Bisogna che combattiamo e abbiamo fiducia e aspettiamo l’aiuto del Signore e invochiamo questo aiuto del Signore! Non ci dobbiamo stancare, non ci dobbiamo avvilire, non dobbiamo essere così storditi da lasciare passare questi giorni, che sono definiti «giorni di salvezza» (2 Cor 6,2), perché il Signore ci dà particolari grazie. Ci impegniamo. Ci vogliamo impegnare.

La nostra Trasfigurazione è con Gesù. La nostra Trasfigurazione è nella gloria, è nell’abbondanza della misericordia di Dio che si china su di noi e ci dà gioia in proporzione di quanto abbiamo sostenuto, di quanto ci siamo impegnati, di quanto abbiamo accettato la legge della fortezza, la legge del superamento, la legge dell’impegno anche duro. L’austerità della Quaresima dobbiamo saperla vedere, accettare; dobbiamo saperla praticare con molto slancio, con molta perseveranza.

Diamo noi stessi a Dio e Dio compirà in noi la Sua misericordia. Il Padre ci ha detto che dobbiamo guardare a Gesù, che Gesù è il Suo Eletto, che è il Figlio per eccellenza. Per questo dobbiamo ascoltarlo, per questo dobbiamo seguire la Sua strada, per questo dobbiamo accettare il suo ritmo. Se Gesù ha sofferto, ha avuto tante tribolazioni, chi siamo noi che vogliamo un’esenzione? Che vogliamo diventare buoni senza faticare? Che vogliamo acquistare i meriti senza lottare? Che vogliamo essere sempre pigri, sempre indolenti, sempre attaccati ai nostri comodi e non ci decidiamo a vivere con slancio, con entusiasmo nell’umiltà della nostra giornata? Affidiamoci alla grazia dello Spirito Santo, ascoltiamo lo Spirito che parla in noi e ci indica un cammino forte, generoso ma il cammino che vince e trionfa.

CODICE 86BOQ01341N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 23/02/1986
OCCASIONE Omelia, II Domenica Tempo Quaresima – Anno C
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Battesimo; combattimento spirituale
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