Gn 12, 1-4; 2 Tm 1, 8-10; Mt 17, 1-9
Il cammino di un cristiano è il cammino della fede, la fede che è sicurezza della Parola di Dio, che è sicurezza della promessa di Dio. Il cristiano cammina nella fede ma verso, va verso la gloria, va verso la visione. Il Signore ai tre discepoli dà un momento di visione, per corroborare la loro fede e la nostra fede.
“Il suo volto brillò come il sole”, volto radioso del Figlio di Dio, ma quel volto adorabile sarebbe tra poco sottoposto all’ignominia, schiaffeggiato, percosso, sputacchiato. Quel volto, luminoso come il sole, doveva passare attraverso il martirio ed anche i discepoli, tutti e tre, avrebbero dovuto passare il loro martirio; tutti e tre!
Per un cristiano la fede promette grandi cose, ma è necessario passare attraverso la prova, attraverso la tentazione, attraverso una passione per tutti diversa ma vera per tutti. Non si arriva alla gloria se non attraverso l’accettazione delle prove, dei dolori, delle umiliazioni, che indubbiamente per tutti costituisce la via del Paradiso. San Pietro pregava per rimanere lì: “Restiamo qui”; lì non c’erano i nemici di Gesù, se fossero restati lì non ci sarebbe stato il cortile dei sommi sacerdoti, il pretorio di Pilato, il Calvario. Ma il Signore presto indica che non è il momento, che bisogna accettare la volontà del Padre, perché Dio ha così amato il mondo da dare il suo Figlio Unigenito, Gesù deve patire e, con Lui, devono accettare la prova e la tentazione tutti quelli che Gli vogliono assomigliare. “Soffri anche tu − diceva San Paolo all’apostolo Timoteo – Soffri anche tu con me” (2 Tm 1, 8).
Ecco, la Quaresima è penitenza e insegnamento di penitenza, la Quaresima ci insegna: bisogna che percorriamo questa strada con umiltà, con generosità, con fortezza, con perseveranza. Camminiamo nella via del Signore, la nostra prima penitenza è accettare la lotta della vita cristiana. Un cristiano, per essere vero, deve lottare contro le proprie passioni, deve lottare contro le circostanze difficili, deve lottare contro il proprio avvilimento e la propria stanchezza.
Un cristiano deve allora dare testimonianza a Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l’immortalità. Un cristiano deve dire a Gesù la sua volontà di seguirlo, perché Lui è il Figlio diletto di Dio, Lo dobbiamo ascoltare, Lo dobbiamo seguire, Lo dobbiamo amare. La Quaresima ci deve educare all’amore, all’amore di Dio forte e vivo, a quell’amore di Dio che fa superare le difficoltà e ci fa essere forti e generosi.
Proponiamo allora, in questa seconda settimana di Quaresima, di impegnarci particolarmente nell’esercizio della nostra penitenza vera, che è la lotta per diventare migliori, è l’accettazione delle contraddizioni, per diventare come ci vuole il Signore; è la lotta per testimoniare al Signore la nostra volontà di seguirlo, di seguirlo sempre, di seguirlo con entusiasmo, di seguirlo confidando nella sua grazia e sforzandoci per essere coerenti e logici in tutte le nostre azioni.
CODICE | 84CHO01341N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 18/03/1984 |
OCCASIONE | Omelia, II Domenica di Quaresima – Anno A |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Il cammino della fede passa attraverso la prova e la passione |
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