14/12/1986 - Omelia III Domenica Avv

Sant’Ilario d’Enza, 14/12/1986
Omelia, III Domenica Avvento, in gaudete – Anno A

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Is 35,1-6. 8. 10; Gc 5,7-10; Mt 11, 2-11.

La “Domenica in gaudete” (Fil 4,4). È una parola forte: Gioite! (cfr. Sof 3,14). È una parola che ci indica come la fede ha bisogno della speranza. E la speranza è grande, perché è la speranza della sua salvezza. Giovanni mandò da Gesù i suoi discepoli perché capissero. E Gesù lo indica con forza: Lui è la salvezza, Lui è l’unica salvezza in cui gli uomini possono gioire. La sua salvezza. È salvezza di amore, è salvezza di forza; è salvezza perché non è solo liberazione dai mali, è promessa certa di tanti beni.

Coloro che non hanno la fede non hanno neanche la speranza e non aspettano nulla se non l’angoscia e la morte. Poi vedono l’abisso del nulla.

Noi abbiamo la grande certezza: abbiamo Gesù. È per questo che dobbiamo rendere forte la nostra attesa, l’attesa per essere più uniti a Lui, per essere in maggiore comunione con Lui, per essere “festivi”, nella certezza di possederlo. Abbiamo bisogno di vivere potentemente la nostra speranza, di viverla con tutto l’animo aperto. Speriamo troppo poco; dobbiamo sperare di più! È una virtù fondamentale la speranza. Rende più schiette le nostre gioie, consola i nostri dolori, dà senso al lavoro, dà senso a tutta quella che è la storia umana.

Vorrei che su questa virtù insistessimo particolarmente in questa terza settimana di Avvento. Sperare molto, sperare tanto, sperare ringraziando, sperare anelando a tanta grazia, a tanta luce, a tanto possesso di bene. Anelare! Uscire dalle nostre mediocrità quotidiane. Uscire da una forma di pigrizia e di stanchezza. Anelare, cioè volere Gesù, volerlo nella vita vissuta di ogni giorno, volerlo nella nostra preghiera, volerlo particolarmente dove si dona a noi: nell’Eucarestia. Volerlo.

Un anelito che dice la nostra stima, che dice la nostra soavità. Soave è il pensiero del Signore. Soave perché grande è la sua promessa, grande è il suo dono, grande è la sua sicurezza. Abbandonarci a Lui e vivere questa seconda parte dell’Avvento con umiltà, con fiducia, con grande senso di attesa. Vivere così nell’attesa del Natale che è grazia perenne. Abbiamo il Signore con noi: che cosa possiamo temere? Di che cosa possiamo essere in angoscia? Il Signore è con noi; ci dà i doni, ci dà la Chiesa. E, nella Chiesa, la nostra vita comunitaria di parrocchia, noi che crediamo, noi che speriamo, noi che amiamo di un amore che il Signore rende grande, nonostante la nostra povertà, e rende perenne.

CODICE 86NDO01312N
LUOGO E DATA Sant’Ilario d’Enza, 14/12/1986
OCCASIONE Omelia, III Domenica Avvento, in gaudete – Anno A
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI Speranza.
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