16/12/1979 - Omelia III Domenica Avv

Sant'Ilario d'Enza, 16/12/1979
Omelia, III Domenica di Avvento – Anno C

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Sof 3, 14-18; Fil 4, 4-7; Lc 3, 10-18

“Vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3, 16): l’opera di Gesù nell’anima nostra, l’opera del dono dello Spirito Santo, del fuoco che consuma ogni peccato e supera ogni mediocrità. Vorrei che in questa domenica, che è all’insegna della gioia, noi chiedessimo al Signore di potere avere sempre dei motivi profondi di gioia.

La perseveranza nel bene è data dalla gioia che l’uomo sente nel suo essere, nella profondità della sua anima. Chi non conquista la gioia del Signore, più o meno presto è attirato e travolto dalla gioia del mondo, dalla soddisfazione brutta e cattiva dei peccati. La nostra gioia cristiana deve essere per tutti noi una conquista, un’autentica conquista. Questa conquista è sottolineata sia nell’Avvento che nella Quaresima. Bisogna avere la gioia, perché senza gioia l’uomo non resiste: l’uomo è assetato continuamente di gioia. Una conquista, una vera conquista! Se la tentazione della tristezza, se la tentazione della malinconia, dell’insoddisfazione è tentazione tremenda, la conquista della gioia è sicurezza e forza, una sicurezza che viene da lui: “Ecco io vi do la mia gioia” (cfr. Gv 17, 13) diceva Gesù nel Cenacolo. “Ecco, io vi do la mia gioia”. Prepariamoci al Natale, per potere ricevere questa gioia. Sono tanti i motivi della gioia che ci presenta Gesù. Direi che tutto quello che è sua Parola è gioia, che tutta la dinamica che si svolge dalla sua dottrina porta alla gioia.

Su tre motivi però vorrei che fermassimo la nostra attenzione.

Sulla gioia che viene dalla verità. Più in un’anima c’è la verità, più c’è la gioia. La verità è data da Lui: il suo amore, la sua vicinanza, la sua provvidenza, le meravigliose realtà che lui ci ha svelato. Un’anima scopre questa gioia con la riflessione, con la meditazione. Meditare le parole del Signore consola, rallegra, dà sicurezza. Abituiamoci a cercare questa gioia della verità; abituiamoci con umiltà e desiderio, con fervore, bussando alla porta del suo amore, perché si degni di comunicare a noi la preziosa sua Parola.

E su un secondo motivo vorrei che riflettessimo: il Signore è vicino. L’Eucarestia è Gesù con noi. Troppo poco facciamo conto del dono preziosissimo di questa vicinanza del Signore nei nostri tabernacoli, di questa gioia che comunica l’Eucarestia partecipata e vissuta nella Messa. L’Eucarestia è fonte di gioia perché è fonte di amore, è amicizia offerta, è dono continuo. L’Eucarestia è gioia e nell’Eucarestia bisogna trovare la nostra difesa e il nostro nutrimento.

E un terzo motivo è la presenza dello Spirito Santo nella Chiesa e in ognuna delle nostre anime: “Io vi manderò lo Spirito, il Consolatore” (cfr. Gv 15, 26). Non abbiamo il Signore solo vicino, lo abbiamo dentro di noi, che illumina la nostra mente, assiste la nostra debolezza, ci dona continuamente la sua mirabile presenza di ascolto, presenza di opere, presenza di indirizzo. Ecco: Parola, Eucaristia, Spirito Santo. Come possiamo essere tristi? Come possiamo ripiegarci su di noi stessi? Come possiamo andare a mendicare dal mondo qualche frammento di felicità? Siamo ricchi, non facciamoci poveri! Siamo ricchi, viviamo così nell’attesa, per poter godere nel Natale ancora più profondamente di queste realtà. Gioire è già un passo in avanti, è già avere capito, è già avere conquistato. Sia dunque questo gioire una nostra conquista natalizia, che ci allontani da ogni pericolo e ci dia la certezza che il Signore è con noi, è ancora per noi.

CODICE 79NFO01312N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 16/12/1979
OCCASIONE Omelia, III Domenica di Avvento – Anno C
DESTINATARIO Comunità Parrocchiale
ORIGINE Registrazione
ARGOMENTI La gioia
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