Ne 8, 2-4. 5-6. 8-10; 1 Cor 12, 12-31; Lc 1, 1-4; 4, 14-21
“Oggi si è adempiuta questa scrittura”. Oggi: se i nazaretani avessero capito questa parola, quale destino di gloria, quale santità! Perché la provvidenza di Dio arriva mirabilmente, ma ha il suo “oggi”. Se uno non sa cogliere l’oggi, la Provvidenza non giunge più così. La Provvidenza scarta i fiacchi e i deboli, quelli che vogliono pertinacemente essere dei fiacchi e dei deboli, quelli che non si decidono ad ascoltare la Parola di Dio, a far tesoro del suo amore.
E nella vita di ogni uomo c’è un oggi, c’è un oggi di misericordia, e più è di misericordia, più è terribile. Dio si china su di te, ti ascolta, ti dà tutto il suo cuore. Se tu ti rifiuti, rifiuti un’eternità di gaudio, rifiuti una mirabile sequenza di doni, una folgorante realizzazione che il Signore compie in te.
Oggi: oh, se capissimo questa Parola per la nostra conversione! Oh, se capissimo questa parola così forte, così impegnativa! Invece noi preferiamo troppe volte sostituire alla parola “oggi” la parola “domani”. E quando il Signore batte al nostro cuore, non ci arrendiamo; tenacemente legati ai nostri peccati, diciamo: “Sì, Signore, hai ragione, ma domani…, adesso no. Adesso mi costa troppo, adesso mi pesa eccessivamente. Domani”. Ed è sempre così: rimandiamo. Rimandiamo perché siamo stolti, perché non comprendiamo che all’amore, all’amore divino, non si può opporre un rimando, perché un rimando è un rifiuto, un rimando vuol dire giocare di un brutto gioco. Oggi.
Oh, meditiamo fino in fondo: che cosa vuole oggi da noi il Signore, che cosa vuole da me oggi il Signore per adempiere la sua Parola.
Oggi. Vi sono delle decisioni che sono non rimandabili; ci sono delle decisioni alle quali bisogna totalmente sottomettersi; ci sono delle decisioni che comportano un nuovo cammino: il cammino del bene, il cammino della preghiera, il cammino della carità.
Oggi. Ripetiamo al Signore: “Ho solo questo momento: lo do a te! Ho solo questo momento, perché il passato non posso più richiamarlo, del futuro non ne so: posso non averlo. Ho l’oggi: Signore, mi dono a te come tu vuoi”.
Il discorso della Parola di Dio è proprio improntato così. Quando giunge la Parola, non bisogna indurire i nostri cuori. Quando giunge la Parola, bisogna compierla nell’istante stesso, altrimenti è il seme caduto sulla strada che è calpestato e portato via dagli uccelli. Allora è il seme che non porta frutto.
Impegniamoci generosamente, fedelmente, con tutto il cuore a dir di sì al Signore.
Impegniamoci ad essere più attenti, più generosi, più fervidi. Il Signore da noi domanda questa buona volontà, non domanda cose impossibili, domanda la buona volontà di servirlo giorno per giorno, domanda questo servizio di amore.
E noi, in questa Liturgia, sentiamo come è impellente dire un sì che ci coinvolga tutto; dire il sì, come lo disse il popolo ebreo: “Amen”, alle parole lette da Neemia, come lo disse Maria Vergine all’Annunciazione, perché ognuno di noi sia fedele e ognuno di noi tenga il posto nella Chiesa che Dio gli ha assegnato, come dice la seconda lettura.
Sia perciò oggi un proposito solo: il proposito dell’adesione incondizionata, entusiasta a ciò che il Signore vuole dalla nostra vita, a quello che il Signore ci domanda insistentemente.
Non abbiamo paura delle difficoltà e dei sacrifici: Egli è sempre con noi.
CODICE | 83AOO01332N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 23/01/1983 |
OCCASIONE | Omelia III Domenica tempo ordinario Anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | L’ora della Provvidenza |
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