Gv 3,1-5.10; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20
Oggi dobbiamo meditare sulla realtà, una realtà di ogni giorno: la Parola, che lo Spirito dice all’anima, ad ogni anima, è un raggio di sole del quale tutti possono beneficiare. Il Signore parla nell’intimo del nostro cuore, il Signore ci chiama. È proprio quello che Gesù ha chiamato il Paraclito, l’invocato, colui che parla. E ci porta la Parola di Gesù e ci porta la forza di Gesù e ci porta quella soave voce di amore, che ha detto a Simone e ad Andrea: “Seguitemi” (cfr. Mc 1,17), perché il senso della nostra vita cristiana sta proprio in questa sequela, una sequela di fede e di amore, una sequela di fede perché dobbiamo non basare, non calcolare secondo i ragionamenti umani e le opportunità: “Sulla tua parola Signore”. E’ una sequela di amore perché bisogna amarlo molto il Signore, perché in lui abbiamo il nostro salvatore, il nostro amico, colui che ogni giorno è vicino a noi, per dare un senso completo alla nostra vita. Sì, allora, bisogna che ci rieduchiamo all’ascolto. Se siamo stati svagati, se abbiamo calcolato tutto con un metro umano, dobbiamo riascoltare lui e porre tutta la nostra fiducia in lui. È una cosa che chiamiamo con diversi nomi: senso soprannaturale, diciamo; diciamo: spirito di fede. Vuol dire proprio questo, che il motore che guida tutta al nostra opera, tutta la nostra giornata deve essere la Parola meravigliosa, che Dio ha rivolto e che Dio rivolge ancora nell’intimo dell’anima nostra. Ascoltare e ubbidire, ascoltare perché crediamo e perché amiamo, ascoltare perché solo così c’è veramente un senso vero e grande alla nostra vita. Ci diceva la seconda Lettura: “Il tempo è breve” (cfr. 1 Cor 7,29). Bisogna che noi facciamo tante opere buone finchè abbiamo tempo, perché passa la scena di questo mondo. Ed allora il ripetere con fiducia: “Insegnami Signore i tuoi sentieri, guidami nella tua verità e istruiscimi” (cfr. Sal 25, 4-5). Sì, insegnami perché non sappiamo. Insegnami perché le passioni ci tirano in un altro ordine di cose, perché il comodo, perché l’opportunità, perché i cattivi esempi ... Insegnami, Signore! Abbiamo bisogna di guardare sempre in alto, abbiamo bisogno di sentire che tutto ha un significato, tutto. Per l’anima che ama Dio tutto termina in bene, tutto, per l’anima che ama e si fida del suo Signore. Quante cose abbiamo da superare! Quanti difetti abbiamo da vincere! Sembrerebbero invincibili, ma abbiamo proprio la sua Parola, abbiamo la Parola che dice: “Credete al vangelo. Sarà possibile la conversione” (cfr. Mc 1,15). Credete. Ecco allora che in questa domenica vogliamo ripetere il nostro credo pieno e grande. Vogliamo che il Signore ci guidi, anche se si ripete quello che succedeva ai tempi del profeta Giona: la grande metropoli, Ninive, aveva bisogno di vera conversione (cfr. Gn 3,1-5). Il nostro mondo si è trasformato in una Ninive, dove le contaminazioni sono non solo frequenti, ma sono fortissime. Ecco perché vogliamo pregare, perché la nostra gioventù nell’oratorio sappia trovare la difesa e la gioia e il senso della vita, perché con la protezione di san Giovanni Bosco la nostra gioventù sappia superare i facili allettamenti e le fortissime attrattive del male. Preghiamo così, operiamo così, interessiamoci così per la gloria del Signore e per il bene nostro.
CODICE | 85ASO01332N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 27/01/1985 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Ordinario - Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Parola di Dio |
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