Gio 3,1-5. 10; 1 Cor 7,29-31; Mc 1,14-20.
“Predicava il vangelo di Dio”. Anche ora predica e la sua voce risuona nella Chiesa, perchè Gesù ci ama e la sua Parola è di amore e di salvezza.
Predica ma noi l’ascoltiamo? Ecco, l’interrogativo che ci dobbiamo porre sta proprio qui: se lo ascoltiamo, se vogliamo ascoltarlo, perchè vi è una sordità spirituale che imperversa.
Ascoltiamo purtroppo con un selezionatore; ascoltiamo le parole che vogliamo ascoltare e distinguiamo tra parole del vangelo facili e parole difficili. Le parole difficili non entrano, perchè richiedono un atto di umiltà e un atto di fiducia. Troppe parole non entrano in noi, perchè non lasciano tranquille le nostre false persuasioni, perchè ci inquietano e allora non le vogliamo.
Proviamo, con molta lealtà, a guardare quali sono le parole che scartiamo, quelle parole che Gesù ha detto, che Gesù ha pronunciato e ha pronunciato per ogni uomo che viene in questo mondo. Proviamo, e ci accorgeremo che sono più numerose di quelle che non immaginiamo, perchè siamo orgogliosi, perchè amiamo esageratamente i nostri comodi, perchè vogliamo servire un Dio che, secondo noi, ci tratti bene; non vogliamo aderire agli inviti duri, che sono gli inviti che confluiscono di più alla nostra salvezza, sono gli inviti che Gesù ci rivolge con tanto amore, con tanta fedeltà, con tanta insistenza, Gesù ci ama di un amore magnifico e va oltre le nostre visuali, e va oltre i nostri intendimenti e le nostre previsioni.
Gli Apostoli ascoltarono, e non fu facile.
“Lasciate le reti, lo seguirono”, ma le reti erano il loro mestiere, ma le reti rappresentavano il pane quotidiano per loro, per le loro famiglie, per i loro bambini.
“Lasciate le reti, lo seguirono”. Non si sono spaventati, non si sono smarriti; hanno detto di sì anche se lo strappo era duro: “Lasciato il loro padre, lo seguirono”.
Oh, chiediamo proprio la grazia, la grande grazia di saper corrispondere alla parola di Dio, di saper dir di sì con apertura di cuore, con soavità di cuore, con totalità. Dire di sì al Signore e correggere i nostri difetti, superare le nostre debolezze, lasciare le cose che il Signore ci invita a lasciare, anche se possono sembrarci tanto necessarie e tanto care.
Fare un discorso di amore al Signore: “Signore, se mi chiami, Signore se mi fai intendere… Tu puoi tutto! Ti seguo anch’io in una vita cristiana forte, generosa, completa”.
CODICE | 88APO01332N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 24/01/1988 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Ordinario – Anno B |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Ascoltare la Parola di Dio |
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