Ne 8,2-4. 5-6. 8-10; 1 Cor 12,12-31; Lc 1,1-4; 4,14-21.
Raccogliamo fortemente la parola del Signore: “Oggi...”, oggi è la salvezza.
Nelle domeniche scorse abbiamo contemplato la manifestazione di Gesù nella sua regalità, nella sua potenza, nella sua misericordia; lo abbiamo contemplato rivestito di Spirito Santo.
Ora, dobbiamo pensare a ciò che Lui afferma solennemente: “Oggi”; oggi, per tutti noi.
Il tempo presente è il tempo della salvezza. Il Signore ci dà la possibilità di maturare il germe che ha posto in noi; ci dà la possibilità di scuoterci da uno stato di pigrizia e di indolenza.
Dobbiamo sentire che avere ricevuto Gesù è avere ricevuto la vita; che la vita deve progredire, deve affermarsi; la vita per noi è proprio la condizione della nostra gioia: vita di figli di Dio, vita di eletti, chiamati a essere con Gesù nello Spirito Santo.
Troppo spesso rimandiamo la nostra adesione totale, la rimandiamo, e cerchiamo di far tacere la coscienza perché moltiplichiamo i propositi e diciamo di voler essere buoni. Ma è su quella parola che dobbiamo insistere: “Oggi”, oggi, adesso, subito! Perché non sta a noi il garantirci il domani, il garantirci la grazia, il garantirci la vita, il garantirci la perseveranza.
“Oggi”.
Dobbiamo allora insistere per accogliere la parola di Dio, perché la parola di Dio è potente e grande; la parola di Dio, se l’accogliamo e l’accogliamo con amore, opera il prodigio, realizza in noi il regno di Dio; la parola di Dio ci trasforma, perché la parola di Dio è un fuoco che brucia, la parola di Dio è una benedizione meravigliosa.
Il Signore ci parla, e parlandoci, ci edifica; parlando, ci salva dai nostri peccati, ci salva dalle nostre debolezze.
Ecco perché dobbiamo promettere al Signore di migliorare noi stessi “subito”, di seguire Gesù, di seguirlo nella sua carità, di seguirlo nella sua umiltà, di seguirlo nella sua generosità verso tutti.
Seguiamo Gesù; seguiamolo con amore, seguiamolo con forza, seguiamolo con totalità. Diciamo: “Si, Signore, dico proprio un «Amen» completo”. Se l’«Amen» che ripeto nella liturgia è l’espressione vera di ciò che sento, l’«Amen» diventa il simbolo di un miracolo, il miracolo di Gesù che per ognuno di noi ha una potenza, che per ognuno di noi ha una tenerezza, che per ognuno di noi ha una parola e una promessa di sicurezza.
CODICE | 89ANO01332N |
LUOGO E DATA | Sant’Ilario d’Enza, 22/1/1989 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Ordinario – Anno C |
DESTINATARIO | Comunità parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Accogliere la parola oggi |
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