At 5, 27-32. 40-41; Ap 5, 11-14; Gv 21, 1-19
“Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete. La gettarono e non potevano più tirarla su per la grande quantità di pesci” (*Gv 21, 6).
Il miracolo è un simbolo: il simbolo di chi ubbidisce alla sua Parola, di chi, con fede, lancia nella vita la sua rete.
La famiglia è questa simbolica rete; è solo nella Parola di Dio che avviene il miracolo, per cui la famiglia diventa il vero regno di Dio, diventa la dimostrazione continua dell’amore del Signore per il suo popolo. E’ così. Una famiglia preparata, una famiglia realizzata, una famiglia conservata così nella volontà di Dio è il prodigio che la Chiesa può presentare al mondo, è un segno della presenza di Cristo Salvatore, perché altrimenti c’è il vuoto, c’è l’angoscia, c’è la tristezza paragonata alla notte, a quella notte per la quale è detto: “Non presero nulla”.
Vorrei che oggi, in modo speciale, sapessimo riflettere e pregare: riflettere, perché ognuno è un membro di una famiglia e la santità, e il risultato viene dalla collaborazione di ogni membro: i genitori in primo piano, i figli. Se la famiglia non è secondo Dio, ognuno si deve interrogare e vedere che cosa ha saputo dare, che cosa può realizzare di più, come deve mettere più fede e più amore.
Riflettiamo come una famiglia cristiana debba essere una pienezza di vita, di quella vita soprannaturale che Cristo ha comunicato nel Battesimo e nel Matrimonio, quella vita che deve essere alimentata continuamente alla sorgente dell’Eucarestia. La Messa domenicale, partecipata con grande pietà, con grande fervore, sorgente dell’energia, conforto nei dolori, viatico di ogni giorno per un cammino che alle volte è difficile. È solo così, in quella forza per cui è detto: “Diede loro da mangiare” (*Gv 6, 31). Gesù, come allora preparò il cibo per i suoi, così anche adesso: “Venite a mangiare” (Gv 21, 12) ripete. L’Eucarestia è il cuore e il sostegno di ogni famiglia. Ed è per questo che siamo riuniti nell’assemblea eucaristica per pregare, per pregare con grande confidenza, prima di tutto per le nostre famiglie perché siano, secondo l’indicazione evangelica, il lievito che fa fermentare la massa: “Il regno di Dio è simile a una donna che pose il lievito in tre staia di farina, finché non fu fermentata tutta” (*Lc 13, 21).
E poi preghiamo per tutte le famiglie: non possiamo dimenticare come la grande insidia è stata proprio nello scardinare nelle famiglie il timore di Dio, quelle tradizioni di fede e di bene, per cui si è immesso tanto egoismo, un egoismo scatenato, un egoismo cieco che, invece di produrre la felicità, ha prodotto lo squallore di tanti focolari, uno squallore terribile, angoscioso, una tristezza infinita.
Noi dobbiamo pregare per tutte le famiglie, perché alzino gli occhi e riconoscano Dio che ha voluto la famiglia, riconoscano Gesù che l’ha santificata col Sacramento, riconoscano i diritti di Dio, autore della vita, riconoscano come è dolce e bello rimanere uniti nel Signore.
Noi dobbiamo pregare, perché venga il regno di Dio attraverso le famiglie e tutti possiamo cantare quel canto di lode che ci presenta san Giovanni apostolo nella seconda lettura, attorno a Gesù l’Agnello immolato. “A Lui sapienza e forza, onore e gloria e benedizione”.
La famiglia lode a Dio, la famiglia manifestazione della bontà di Dio, la famiglia scuola alla quale ognuno di noi deve sapersi mettere.
E' proprio così che celebriamo, insieme alla festa della famiglia, la giornata annuale per l’Università Cattolica del Sacro Cuore, sorta proprio perché la cultura d’ispirazione cattolica possa illuminare la gioventù particolarmente, ed essere sprone a una consacrazione piena dei nostri valori umani alla Parola di Dio, una consacrazione che ognuno di noi deve cercare di rendere possibile attraverso la propria disponibilità.
CODICE | 80DLO01362N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 20/04/1980 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Pasquale - Anno C |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Famiglia obbediente alla Parola di Dio |
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