At 2, 14. 22-33; 1 Pt 1, 17-21; Lc 24, 13-35
Dobbiamo meditare sulla sua presenza, sulla presenza di Cristo risorto. Che cosa ha voluto dire il Signore, che cosa ci ha voluto insegnare il Signore con questo apparire e non essere riconosciuto? Ci ha voluto dire che Lui è sempre presente alla nostra vita, anche se invisibile; l’immagine è indicativa della realtà. Noi siamo indaffarati in questo mondo, ci muoviamo da una parte e dall’altra e, se non stiamo attenti, non ce ne accorgiamo. Non ci accorgiamo che il Signore è con noi, cammina con noi, vuole conversare con noi, vuole essere il sostegno vero della nostra esistenza, ci vuole insegnare le Scritture, ci vuole dire quello che a un superficiale non appare, non è indicativa la sua presenza. Quanto dobbiamo essere sensibili e accorti e intelligenti, perché il Signore ha un altro modo di essere con noi da quando era nella sua vita mortale! Risorto può essere per tutti, risorto può presentarsi a noi sotto specie diverse, ma è sempre Lui.
C’è allora una meditazione da fare sulla nostra fede che, proprio perché troppo debole, troppo incerta, troppo frammentaria, ci impedisce di essere coscientemente con il Signore e di conversare con Lui. Resta per noi crescere questa fede e tradurla nella nostra preghiera perché, se il Signore è vicino a noi, quanto ci diventa facile il pregare, l’ascoltarlo, il camminare con Lui! Quanto ci diventa facile! E alle volte la nostra preghiera è invece tanto faticosa, tanto discontinua, tanto vaga e oscillante. Abbiamo bisogno di imparare a pregare, di una preghiera umile e generosa, di una preghiera illuminata e serena. Abbiamo bisogno di imparare una preghiera che veramente ci riempia il cuore, perché succederebbe allora a noi quello che è successo ai due discepoli: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava?” (Lc 24, 32). Se noi, quando veniamo via dal pregare, abbiamo il cuore vuoto e distratto, abbiamo il cuore senza un sentimento forte, vuol dire che non c’è stata la vera conversazione con Lui, la preghiera ascolto, la preghiera che dice: - Signore, io non voglio ascoltare me stesso mentre prego, io voglio ascoltare te, perché tu solo hai parole di vita eterna. La preghiera meditazione, la preghiera riflessione, la preghiera apertura di cuore.
Allora la conclusione è ben evidente: impariamo la nuova presenza di Cristo risorto nella nostra vita e attuiamo una vera novità di preghiera.
CODICE | 81E2O01362N |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 03/05/1981 |
OCCASIONE | Omelia, III Domenica Tempo Pasquale - Anno A |
DESTINATARIO | Comunità Parrocchiale |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Fede nella presenza del Signore - Preghiera: ascolto, meditazione, apertura di cuore |
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