25/03/1973 - Omelia III Domenica Quar

Sant'Ilario d'Enza, 25/03/1973
Omelia, III Domenica Tempo Quaresima - Anno B

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Es 20, 1-17; 1 Cor 1, 22-25; Gv 2, 13-25

… nel definire quando un uomo è sapiente, cioè quando sa e quando nel suo sapere conduce bene la sua vita, la Parola di Dio è ben chiara, forte e ci dice chi è l’uomo che, non dagli altri uomini, non perché c’è quella moda o quell’esaltazione, ma da Dio, dall’infinita Sapienza è definito “uomo che sa”. E ci sono i due quadri nella Liturgia di oggi: il quadro del sapiente nell’antica legge, è il sapiente che osserva i comandamenti del suo Dio perché la benedizione del Signore va per mille generazioni, e l’uomo dell’Antico Testamento ha il timore di Dio e il suo centro di culto è il tempio voluto dal Signore in Gerusalemme.

Poi c’è il secondo quadro. Che cosa ha portato Gesù? Quale nuova visione dell’uomo sapiente ha realizzato lui? Avete sentito. Gesù con una mossa ardita dice: “Potete anche buttarlo giù questo tempio” (cfr. Gv 2, 19). E i Giudei se ne scandalizzarono, tanto che sarà proprio l’arma che tireranno fuori al processo davanti al Sinedrio. Potete anche tirarlo giù, perché c’è un nuovo tempio, perché c’è una nuova costruzione, perché c’è una nuova legge. E Gesù parla del tempio del suo corpo, quel tempio formato nel seno della Vergine per opera dello Spirito Santo, quel tempio meraviglioso, centro nuovo dell’amore, centro vero del culto, armonia meravigliosa di tutto quello che era in Dio. Una nuova legge in un nuovo tempio. Non siamo forse noi in Cristo Gesù? Non siamo forse noi che possiamo dare lode al Signore per mezzo di Gesù? Ed ecco nella seconda Lettura è san Paolo che ci parla del nuovo uomo sapiente, è l’uomo secondo il senso della croce. “Noi predichiamo”, dice l’apostolo, “Cristo crocefisso, scandalo”, che scandalo!, “per i Giudei, stoltezza”, stupidità, “per i pagani. Ma per coloro che sono chiamati”, la misteriosa predestinazione alla grazia e alla gloria, “per coloro che sono chiamati è potenza di Dio, è sapienza di Dio” (cfr. 1 Cor 1, 23-24). Ecco l’uomo nuovo secondo Gesù Cristo. Ecco l’uomo nuovo secondo le beatitudini. Ma chiedete anche adesso, chiedete: Chi è l’uomo che è saggio? L’uomo furbo? Ah, non è l’uomo delle beatitudini! Perché è l’uomo che riesce a fare dei soldi, perché è l’uomo che sfrutta tutto quello che si può sfruttare nel sesso e fuori del sesso. È l’uomo che sa arrangiarsi, che non è onesto, che ruba, che fa i suoi interessi e non si preoccupa degli altri. E’ chi è alleato con chi può e disprezza i poveri. Il senso delle beatitudini è dunque la nuova rivoluzione che ha portato Gesù: “Beati i poveri. Beati coloro che piangono. Beati coloro che sono i miti, che lasciano, che donano, che fanno, che fanno senza pretendere ricompensa, che fanno senza domandare nulla, che passano nel mondo così come è passato Gesù, non chiedendo nulla come non ha chiesto nulla Gesù, che dopo aver beneficato, dopo aver dato tutto nel suo potere, nella sua vita, quegli uomini lo hanno crocefisso ed è morto in mezzo alle sghignazzate dei suoi nemici. Un fallimento. Ecco l’uomo secondo la croce. Ecco, ecco vedete il senso del nostro rinnovamento quaresimale. Quando parliamo tanto di rinnovamento non è qualche cosa semplicemente di esteriore, che noi presumiamo di togliere, è proprio questa intima conversione del cuore, che vuol dire una visione diversa delle cose, un impiantare la vita tutta in un altro modo: secondo le beatitudini. Credere alla parola del Cristo è vedere nella croce il simbolo, direi meglio, la sintesi di tutto l’insegnamento di Gesù. La croce. “Noi predichiamo Cristo crocefisso”. Oh, anche adesso ci sono quelli che si scandalizzano e quanto! Ci sono quelli che proclamano la croce del Cristo speranza e presentano anche, anche nell’interno della Chiesa, dei nuovi tipi di vita cristiana, dei tipi non secondo Cristo crocefisso, ma secondo il mondo, non secondo quello che dice il Signore, ma secondo quello che dicono certi presunti interpreti della Parola di Dio. “Noi predichiamo Cristo crocifisso”, Cristo crocifisso che ha amato la povertà, che ha amato i poveri, che ha amato coloro che sono rifiutati dagli altri, Cristo Signore, lui. E dobbiamo con lui beatificare quelle cose e dobbiamo con lui respingere le altre cose. “Egli fece una sferza di cordicelle e li mandò via” (cfr4. Gv 2, 15): la falsa religiosità, li mandò via, li cacciò. Non dice semplicemente loro: “Cambiate”. Li mandò fuori, perché erano falsamente religiosi. Oh, guardiamo di non avere in noi nessuno di questi tratti per cui dovremmo essere cacciati da lui, ma rivivere lo spirito delle Beatitudini e osservando i comandamenti di Dio non fermarci a ciò che è nella legge, ma abbracciare in pieno Cristo, l’amore, l’amore del Cristo e nell’amore del Cristo realizzare la nostra salvezza.

CODICE 73CQO01342N
LUOGO E DATA Sant'Ilario d'Enza, 25/03/1973
OCCASIONE Omelia, III Domenica Tempo Quaresima - Anno B
DESTINATARIO Comunità parrocchiale
ORIGINE La sapienza della croce, le beatitudini
ARGOMENTI La sapienza della croce, le beatitudini
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