Gn 3, 9-15; Ef 1, 3-6. 11-12; Lc 1, 26-38
Risuona grande la gloria a Dio in questo giorno “perché ha compiuto prodigi” (Sal 97, 1). Questo prodigio, che si chiama Maria, è il capolavoro di tutte le sue creature, in cui lui ha diffuso un’immensità di doni. Noi vogliamo ringraziare il Signore, perché ha avuto compassione dell’umanità e ha dato all’umanità il fiore più bello, la Donna della salvezza.
La Liturgia ci presenta incisivamente due quadri: il quadro della prima donna, Eva, che si lascia tentare e provoca la caduta di tutta l’umanità, e l’altra donna, Maria, che docile alla volontà di Dio ripete: “Eccomi, sono la serva del Signore” (Lc 1, 38) e provoca la salvezza di tutta l’umanità, perché accetta di essere la madre dell’unico salvatore, Gesù. Il quadro ci dice allora come, con la volontà di Dio, l’uomo può essere collaboratore di opere mirabili; respingendo la volontà di Dio, l’uomo può raggiungere il fondo di tutti gli abissi. Quindi oggi noi glorifichiamo Dio e glorifichiamo Maria. Glorifichiamo Dio perché ha diffuso in lei questa pienezza di grazia, glorifichiamo Maria perché lei non è stata inerte e passiva, non è stata un vaso che si è lasciato riempire, è stata un vaso che ha collaborato con Dio, ha lottato per essere sempre fedele, ha realizzato una crescita di quella grazia, che aveva ricevuto, e l’ha realizzata fino al vertice. Maria ha corrisposto al piano di Dio, ha corrisposto con la sua umiltà, ha corrisposto con la sua docilità; all’amore di Dio ha risposto con tutto il suo amore. Nessuna creatura ha amato e amerà tanto Dio, come lo ha amato Maria. Ed è qui: questa festa, che è di esultanza e di ringraziamento, vuole essere anche un monito per noi ad affrettare la grazia sull’esempio di Maria, a collaborare. Ci sono purtroppo dei cristiani, che non fanno nessun conto della grazia e la perdono, la buttano via e non la tengono in alcuna considerazione. Basta un piacere e basta un interesse, basta un capriccio, per buttare via quello che è mirabile dono del Signore Gesù, ottenutoci con la sua passione e distribuitoci con la sua risurrezione.
Ci sono dei cristiani che non arrivano a tanto, ma non crescono nella grazia, perché non sanno amare Dio e ubbidire a Dio, non sanno amare Dio e amare il loro prossimo, ma si chiudono in un egoismo sterile, in una vita grama e passiva. Dobbiamo sentire vivo il desiderio di crescere nell’amore a Dio, nell’eseguire la sua volontà, nel farla con la maggiore perfezione possibile. Abbiamo ricevuto e in confronto a tanti uomini siamo dei privilegiati nel dono. Ci dobbiamo davvero interrogare, ci dobbiamo confrontare con Maria, come ha corrisposto lei, come dobbiamo corrispondere noi. Rientusiasmarci sempre di più del bene, per essere dei cristiani fervidi, per saper attuare quel disegno di cui parlava san Paolo nella seconda Lettura: “ Dio ci ha benedetti, Dio ci ha scelti, ci ha scelti per essere santi e anche noi immacolati al suo cospetto nella carità, ci ha predestinati a realizzare l’adozione a figli adottivi” (cfr. Ef 1, 4-5). Se lui ci ha chiamato figli, noi dobbiamo compiere il suo disegno in noi e avere quella dignità, quella nobiltà e avere quella gioia che è propria dei figli di Dio, non cercando le gioie del male, che sono solo delle illusioni che impoveriscono spaventosamente, ma avere sempre il gusto del bene, il gusto delle cose sante, delle cose che Dio ha creato, delle cose che Dio vuole per noi, perché anche in questa vita godiamo della pace del cuore, perché anche in questa vita la possiamo sempre di più diffondere. Oh, la Vergine santa si degni di intercedere per noi, perché siamo forti, perché siamo vigorosi, perché possiamo portare quei frutti secondo la parola di Gesù: “Vi ho posto perché portiate frutto e il vostro frutto rimanga”. Sì, confrontiamoci, guardiamo quali sono stati i nostri frutti, pensando ai frutti che ha realizzato Maria. “La terra ha dato i suoi frutti” dice il Salmo. Maria ha dato dei mirabili frutti, Maria ci ha dato Gesù, Maria ci ha dato l’esempio di ogni santità. Guardiamo la nostra terra invece che cosa ha dato, che cosa dà e che cosa domani darà. Sia così il nostro sforzo, la nostra buona volontà, mettendoci anche noi a disposizione totale della volontà di Dio.
CODICE | 77N7O01311D |
LUOGO E DATA | Sant'Ilario d'Enza, 08/12/1977 |
OCCASIONE | Omelia, Giovedì I settimana Tempo Avvento, Solennità Immacolata Concezione - Messa ore 8,30 - Fidanzamento |
DESTINATARIO | Parrocchia |
ORIGINE | Registrazione |
ARGOMENTI | Maria Vergine docile alla volontà di Dio |
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